Honsell: «Nei primi 100 giorni ho dato fiducia ai giovani» FOTO - VOTA
UDIN. Senza nulla togliere agli assessori precedenti, il sindaco Furio Honsell promuove i giovani componenti del nuovo esecutivo perché, nei primi 100 giorni di governo, hanno introdotto un cambiamento di stile e mentalità.
E’ questo il bilancio di cui va fiero il primo cittadino. «Ed è - spiega - la dimostrazione che i giovani hanno cose da dire e che, in questo momento difficile, voltare pagina è importante».
E’ un messaggio che rivolge alla politica in generale o al Pd?
«Al Pd, al Pdl, alla politica italiana dico: non c’è bisogno di rottamare, se si dà fiducia ai giovani, i giovani hanno cose da dire. Nei primi 100 giorni della nuova giunta ho dato loro fiducia».
Giovani, ma decisi e capaci anche di dire no?
«I miei assessori non sono yes man che vengono comandati, sono portatori di visioni nuove. Esprimono i bisogni direttamente e non per intermediazione».
Nell’avvicendamento, su quali temi ha visto la nuova mentalità?
«Ho visto cambiamenti marcati nel dialogo su commercio e cultura. La forza dell’innovazione sta nel cambiamento di stile, nell’avere un diverso punto di vista per riproporre temi difficili».
Può fare qualche esempio concreto?
«Gli assessori Venanzi e Pirone hanno saputo coniugare l’intrattenimento estivo con le esigenze dei residenti e le risorse ridottissime. Sono riusciti a costruire un rapporto di fiducia con gli esercenti, il che ha fatto sì che gli stessi esercenti siano diventati più rigorosi. Sul bilancio ha preso bene il destro anche l’assessore Del Torre. Lo stesso ha fatto Antonella Nonino e tutti coloro che sono al mio fianco».
La giunta comunale di Udine può fare scuola?
«Senza nulla togliere agli assessori precedenti, credo che la nomina dei giovani assessori sia una lezione per la politica nazionale su quanto sia importante avvicendare le persone. Anche se io sono rimasto, la mia giunta rappresenta un cambiamento. In questi 100 giorni, ho lasciato che i giovani assumessero un ruolo e il clima che si respira nell’esecutivo non è quello di una classe. Per certi versi con la vecchia giunta i meccanismi erano più facili, qui c’è spesso un confronto su tante cose».
Passiamo alle cose concrete, la giunta Honsell 2 cosa ha fatto nei primi 100 giorni?
«Partendo dal tema dell’efficienza energetica cito il bando sui certificati bianchi che porterà nelle casse comunali circa 250 mila euro. Possiamo monetizzare tutte le opere a efficientamento energetico. Altrettanto importante sono l’accordo per le energie rinnovabili siglato con l’istituto Bearzi, le manutenzioni nelle scuole, l’avvio dei lavori nella palestra della Manzoni, l’installazione di nuove caldaie negli spogliatoi e la conclusione del restauro della tomba Morpurgo».
Altre opere in corso?
«Sta andando alla grande il teleriscaldamento. Siamo una delle poche città dotata di questo servizio. Sono soddisfatto anche per come prosegue l’operazione stadio e per il fatto che l’Udinese calcio abbia nominato Responsabile unico del procedimento (Rup) il dirigente del Comune, Marco Padrini, il miglior esperto locale dal punto di vista delle gare pubbliche. Padrini è una garanzia per tutti, la sua nomina è la dimostrazione che l’Udinese sta portando avanti seriamente il cantiere».
Padrini non è più a palazzo D’Aronco?
«Già da qualche tempo è in aspettativa per fare il Rup dello stadio».
Per la gestione degli altri impianti sportivi come vi state muovendo?
«Un altro assessore che sta rivoluzionando i meccanismi è Raffaella Basana. In questo momento sta mettendo molta energia sui criteri di allocazione delle palestre e sui problemi delle scuole. Penso al bando per la gestione del palasport Benedetti che prevede anche alcuni investimenti sull’immobile».
La pedonalizzazione di via Mercatovecchio e i fondi Pisus a che punto sono?
«L’assessore Maio ne ha parlato con la Regione, spero nella prossima variazione di bilancio».
Il vero nodo da sciogliere è e resta il Patto di stabilità?
«In questo momento il massimo che possiamo fare è non realizzare opere. Ecco perché abbiamo deciso di potenziare le squadre di pronto intervento che vanno a tappare le buche nelle strade. Il problema principale è il fatto che il Patto di stabilità non ci consente di fare debiti e se per due anni non partono nuovi cantieri le imprese si ritroveranno senza il volano delle opere pubbliche che, invece, negli ultimi anni hanno portato una boccata d’ossigeno all’edilizia».
Anche il recupero delle aree dismesse è fermo?
«Nell’ex caserma Osoppo il restauro della palazzina comando è ultimato, ma per colpa del Patto di stabilità non siamo riusciti a pagare l’impresa. La nuova norma regionale potrebbe aiutare chi ha lavorato in quel cantiere».
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