Hypo Bank, nessuna offerta per sedi e sportelli in Friuli

Martedì vertice al Mise a Roma per scongiurare i 157 licenziamenti entro il 2016. Sindacati compatti per salvaguardare l’occupazione: no a decisioni frettolose
Tavagnacco 5 Aprile 2016. Hypo Bank. Foto Petrussi
Tavagnacco 5 Aprile 2016. Hypo Bank. Foto Petrussi

UDINE. Approda a Roma, al Ministero per lo sviluppo economico (Mise) la vertenza Hypo Bank. L’appuntamento al quale parteciperanno rappresentanti del governo, della Regione, l’azienda e i sindacati, è fissato per martedì prossimo 24 maggio. Ieri nella sede di Tavagnacco c’è stato un incontro con la proprietà austriaca (la banca è controllata dal ministero delle Finanze di Vienna) per verificare i margini di trattativa.

Gli austriaci restano sulle loro posizioni e non cedono di un millimetro: licenziamento entro il 2016 di 157 dipendenti, una sessantina dei quali in Friuli Venezia Giulia. Fabi, Cisl, Cgil e Uil ovviamente hanno risposto picche, rimandando ogni altro sviluppo alla riunione ministeriale.

Ma c’è un’altra brutta notizia all’orizzonte: pare che non sia pervenuta alcuna offerta per sportelli e sedi della nostra regione, mentre qualche contatto in atto c’è su alcune filiali (comunque poche) di Veneto e Lombardia.

L’interesse per l’acquisto può essere manifestato fino a venerdì 27 maggio, ma appunto i tempi cominciano a essere stretti ed è difficile che in pochi giorni si faccia avanti qualcuno. Vanno forte invece le manifestazioni d’interesse per il portafoglio mutui di Hypo, che potrebbe essere tranquillamente ceduto, vista la sua appetibilità. Tra i mutui ci sono infatti capannoni, uffici e negozi per attività commerciali e industriali.

I sindacati restano sulle barricate. In particolare per la difesa dei posti di lavoro. «L’azienda non ha fatto passi in avanti - ammette Guido Fasano della Fabi -, anzi resta rigida sulle proprie posizioni. Vuole andare avanti sui licenziamenti entro il 31 dicembre di quest’anno, perfino prima di conoscere l’esito definitivo delle offerte di vendita. Una situazione che non può non preoccuparci.

Il 24 saremo al Mise, uno dei primi casi in Italia di banche che arrivano a un tavolo di crisi ministeriale. Da quel vertice ci aspettiamo che si affronti la questione per ripartire con vere opportunità di lavoro.

Dobbiamo provare a discutere di tutti gli strumenti da mettere in campo, tutti gli ammortizzatori. Magari, se fosse possibile, si dovrebbe pure coinvolgere il Fondo Atlante, nato poche settimane fa e già intervenuto sul caso della Banca Popolare di Vicenza.

L’importante è che non si prendano decisioni frettolose e drastiche sulla pelle di tanti funzionari, impiegati e dipendenti che continuano a lavorare con grande dedizione. I mutui di Hypo sono invece un piatto ricco per gli investitori, per quelli ci sono diverse offerte. Noi sindacalisti siamo concordi sulla strategia e sugli obiettivi fondamentali».

Anche Roberto De Marchi della Cisl ribadisce la preoccupazione. «Abbiamo 157 dipendenti a fortissimo rischio di perdere l’impiego - osserva - entro quest’anno. La proprietà puntava ad arrivare già subito a un accordo per i licenziamenti, voleva un’intesa quadro.

Noi abbiamo respinto al mittente la proposta, ora vediamo che succede a Roma. L’Austria punta a disfarsi di tutta la rete commerciale in tempi rapidi. Invece l’azienda dovrebbe mettere mano al portafoglio per compensare le difficoltà occupazionali che la scelta di chiudere o di vendere a pezzi comporta».

Riguardo la possibile acquisizione della rete delle filiali Hypo del Friuli Venezia Giulia, che sono sei, pare ci sia stato un “sondaggio”, attraverso canali politici, anche con la Banca Popolare di Cividale, ma senza esito positivo. Del resto non sono questi tempi propizi per lo shopping bancario, vista la situazione generale.

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