Hypo scrive ai clienti: trovatevi un’altra banca
UDINE. Hypo Bank fissa il punto di non ritorno e recede tutti i rapporti con i clienti italiani. Sono arrivate proprio in questi giorni le lettere con cui la banca austriaca annuncia l’addio ai correntisti, concedendo loro 30 giorni di tempo per riorganizzarsi.
Un limite che però, spiegano i sindacati, è ben al di sotto di quello fissato dalla normativa sulla sicurezza bancaria, ovvero 60 giorni. Tecnicismi a parte, la missiva inviata da Hypo è perentoria: «Gentili clienti, siamo spiacenti di informarvi che la banca ha avviato un piano di chiusura delle agenzie presenti sul territorio. Pertanto siamo costretti a comunicare il recesso dei rapporti a voi intestati. Trascorsi 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, diventerà effettiva».
Entro il 31 dicembre, dunque, Hypo chiude tutti i conti correnti, gli strumenti finanziari, home banking, telepass, bancomat, carte di credito e cassette di sicurezza. I mutui passano tout court alla Banca Valsabbina, con cui il gruppo austriaco a settembre ha sottoscritto un accordo per la cessione di sette sportelli (due a Brescia e una a Bergamo, Verona, Vicenza, Schio e Modena) e un portafoglio mutui performing da circa 150 milioni.
«Questa chiusura dei rapporti con i clienti non è un passaggio problematico - precisa Guido Fasano del Fabi - perché la banca non ha problemi di insolvenza, in altri termini ha i soldi in cassa.
Ma fissa un punto di non ritorno perché non è possibile vendere sportelli se dentro non c’è lavoro. E questo passaggio sta togliendo proprio il lavoro ai bancari. La proprietà ha ritardato un po’ la chiusura dei conti a macchia di leopardo, credo sperassero di vendere altri sportelli. Ma queste lettere non lasciano più spazio a fraintendimenti».
Anche la scadenza del 31 dicembre è una novità per i sindacati. Perché «nella procedura originale avevano detto che si riservavano la facoltà di chiudere cinque filiali entro marzo 2017 - spiega Pietro Santoro della Cisl -. Ora invece chiuderanno tutte le agenzie tranne quelle già cedute alla Banca Valsabbina. Purtroppo dalla proprietà non trapela quasi nulla, non sappiamo neppure se abbiano intenzione di tenere aperta la filiale di Tavagnacco o trasformarla in una centrale operativa».
I mutui passano in blocco alla Valsabbina: «Ai clienti che pagano in maniera regolare sta arrivando una comunicazione in cui spiegano che invece di pagare alla Hypo, pagheranno alla Valsabbina - precisa Santoro -. Purtroppo però non riesco a essere più preciso perché l’azienda non ha dichiarato nulla di ufficiale in merito». Resta salva la possibilità di cambiare banca.
Parallelo corre il fronte dei dipendenti. In questa prima fase saranno licenziate 110 persone, ma il destino dei 280 dipendenti italiani della banca austriaca è già segnato. Nel 2016 perderanno il posto 50 lavoratori su 186 in Friuli Venezia Giulia, 35 su 48 in Veneto e 25 su 42 in Lombardia.
Per altri 34, invece, si prospetta il reimpiego in Banca Valsabbina di Brescia che ha acquistato sette agenzie e un portafoglio di mutui in bonis di circa 150 milioni di euro. Per gli altri, il licenziamento è previsto tra il 2017 e il 2018. Da parte del gruppo bancario è arrivato l’impegno, nei confronti dei clienti, del rimborso integrale dei loro depositi, cosa che sta avvenendo anche se i tempi non rispettano la normativa.
«La procedura dei 30 giorni non sarebbe corretta - chiosa Santoro - perché la normativa sulla sicurezza bancaria prevede 60 giorni di tempo per la chiusura degli strumenti di pagamento affinché il cliente non si veda interrompere i servizi che possono includere home banking, bancomat, carte di credito e bonifici».
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