I 101 anni del pilota Ferruccio Bressan: volò al fianco di Bruno Mussolini

SACILE. Lo zio d’America Ferruccio Bressan, classe 1918, festeggerà a Sacile 101 anni: ha lasciato New York per un viaggio in Italia. Il pilota della Seconda guerra mondiale che era nell’Aeronautica con Bruno Mussolini, il figlio prediletto del Duce, ha una vita avventurosa da raccontare e grinta da vendere. . «Prima tappa in municipio lunedì per la festa di compleanno del grande centenario – è l’invito del sindaco Carlo Spagnol – con la sua famiglia e il nipote sacilese Lorenzo Poles».
LA STORIA DI FERRUCCIO
Traguardi ne ha tagliati a volontà con l’ottimismo che è il suo Dna: Ferruccio Bressan abita a New York (a qualche isolato da Bill Clinton, pare) dove risiede dal 1953, dopo avere fatto l’esperienza da migrante in Argentina. «A New York aveva raggiunto i fratelli Giuseppe e Attilio – racconta il nipote sacilese Lorenzo Poles –. Fino alla pensione, assieme alla moglie Dina Canzian e tre figli Luigino, Glen e Joseph. Nel 2016 è mancata Dina e Ferruccio ha realizzato per l’adorata compagna di vita una lapide, con Cristo che prega nell’orto degli ulivi».
Taglia con stile il secolo di vita e guarda sempre avanti: lo “zio d’America” è fatto così. «Lo zio è nato il 25 febbraio 1918 a Francenigo e mantiene i contatti con la parentela formata da dieci cugini che vivono in Italia – ha continuato Poles –. Una persona intraprendente e con una vita avventurosa da raccontare, compresi episodi di guerra».
LE AVVENTURE
«Nato in una famiglia numerosa a 12 anni ha cominciato a lavorare nella filanda di Francenigo – ricorda il nipote –. Frequentava anche la scuola di disegno: a 16 anni a Milano è stato assunto all’Alfa Romeo e la sua ferrea volontà è stata quella di proseguire gli studi». Di giorno in fabbrica e poi seguiva i corsi serali per specializzarsi in meccanica. «Nei fine settimana frequentava l’aeroporto di Malpensa dove ha conseguito il brevetto di pilota – aggiunge Poles –. A 21 anni lo hanno chiamato alle armi: pilota arruolato nella Regia Aeronautica a Roma pilota a fianco dei figli di Mussolini, Bruno e Vittorio. Lo zio ricorda ancora la manifestazione aerea a Ciampino, di fronte a Hitler e Mussolini».
Per Ferruccio la guerra nel 1940 arriva alla cloche dei bombardieri Siae-Marchetti/79. «Non volevo uccidere – ha confessato ai nipoti –. Quindi ho ottenuto di pilotare i collegamenti aerei Catania-Bengasi». In un atterraggio a Bengasi non invia la parola d’ordine a causa del blak-out radio e il suo aereo è colpito dal fuoco amico. «Ho preso i comandi e sono riuscito ad atterrare con un solo carrello e l’aereo in fiamme – rievoca il centenario –. Me la cavai con la frattura di un avambraccio e ustioni. In ospedale ho trovato il motorista che aveva perso un occhio».
IN AMERICA
L’ex pilota Ferruccio nel Dopoguerra è autista del parroco, si sposa nel 1947 e decide di cambiare aria: emigra con la famiglia in Argentina con il fratello Arcangelo che vive a Buenos Aires. «Lo zio Ferruccio ricorda sempre i successi ottenuti – continua Polese –. L’invenzione di un carburatore ad alto rendimento che sfruttava i gas di scarico e un brevetto per il tornio». Una vita a slalom tra invenzioni e brevetti, poi lo sbarco a New York e nuovi mestieri: nella meccanica e nell’oreficeria.
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