I comitati in piazza per i pozzi artesiani, contestata la Regione
La manifestazione in programma davanti al municipio di San Giorgio. Criticata l’ordinanza-siccità di Fedriga: troppo burocratica
SAN GIORGIO DI NOGARO. «Si tratta di una guerra mascherata da “operazione speciale”. La Regione strumentalizza l’emergenza siccità per invadere aquedottisticamente la Bassa friulana e chiudere i pozzi artesiani a uso civile. Per questo chiederemo a gran voce la revoca immediata dell’ordinanza stessa».
Così tuona Paolo De Toni, portavoce del Coordinamento difesa ambientale Bassa friulana, che nella serata di venerdì 1° luglio scenderà in piazza a San Giorgio di Nogaro, alle 21 davanti al municipio, assieme ai Comitati Abc di San Vito al Tagliamento, Per la difesa del Friuli Rurale e Assieme per il Tagliamento, per dare battaglia all’ordinanza siccità emessa il 22 giugno dal Governatore del Fvg Massimiliano Fedriga che, secondo l’ambientalista, «mette in pericolo l’esistenza dei 55 mila pozzi artesiani e acquedottizza la Bassa”. Alla manifestazione sono stati invitati anche i sindaci del territorio.
Della partita sarà anche il consigliere regionale dei 5 Stelle Cristian Sergo, che sostiene la posizione dei comitati rimarcando che «l’azione portata avanti da Fedriga porterà a soluzioni estreme: acquedottizzare la Bassa friulana e avere 55 mila nuovi utenti per il servizio idrico che, con le loro bollette, pagheranno altre opere inutili».
Quello che De Toni contesta all’ordinanza di Fedriga, («molto burocratica nella sua esposizione formale») è che «è stata ulteriormente peggiorata nella presentazione che ne viene fatta sul sito della Regione.
Si tratta di un misto di illegittimità, pressappochismo e di ripicca contro la tradizione dei pozzi artesiani nella Bassa friulana, da oltre 30 anni a questa parte, giunta dopo giunta, nel mirino degli uffici regionali».
«Sul fronte domestico – rimarca –, il provvedimento a firma del Governatore obbliga un’amministrazione corretta del flusso proveniente dai pozzi artesiani, pertanto viene consentito un prelievo d’acqua ai soli fini civili e limitato a 200 litri al giorno per abitante. In questo modo viene ribadita la necessità di porre fine all’abitudine di utilizzare queste fonti a getto continuo.
È quindi evidente il significato strategico che viene dato all’ordinanza che va al di là della situazione contingente della siccità. Cioè viene strumentalizzata la situazione emergenziale per porre in via definitiva lo strozzamento delle fontane respinto con le petizioni del 2014/15 (bassa orientale) e 2016/17 (bassa occidentale) per un totale di 20 mila firme presentate in Regione».
Il consigliere Sergo ricorda infine che «meno di sei mesi fa è stato approvato il Piano di gestione delle acque dall’Autorità di bacino delle Alpi orientali, secondo il quale tutte le falde artesiane avevano una quantità d’acqua e uno stato chimico buoni».
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