I cosacchi tornano in Carnia sulle tracce degli avi

PALUZZA. Settantuno anni or sono i cosacchi del Terzo Reich tedesco, ai comandi di Hitler, negli ultimi giorni di maggio e nei primi di giugno attraversavano il Passo di monte Croce Carnico per il ritorno in patria. La maggioranza purtroppo fu trucidata sulla Dava, in Austria. In questi giorni gli eredi di quei cosacchi sono tornati sui luoghi della memoria. Un ritorno dovuto anche alla collaborazione dell’associazione Amici delle Alpi carniche con alcune rappresentanze delle etnie cosacche sparse oggigiorno in tutta Europa e negli Usa. Nell’ambito di questi scambi culturali la presidente dell’associazione Barbara Carnelutti ed il vicesindaco Luca Scrignaro hanno incontrato una delegazione capeggiata dall’arcidiacono Pope Georg Kobro e dal Priest Viktor Meshko, con base a Monaco di Baviera. Dopo l’incontro istituzionale i due prelati, accompagnati da una schiera di compatrioti, hanno officiato nella chiesa di Cristo Re una cerimonia religiosa di rito ortodosso, celebrata grazie alla dispensa concessa loro dal parroco don Tarcisio Puntel che ha permesso l’uso della chiesa e l'utilizzo di alcuni oggetti sacri, dei calici e un turibolo per l’incenso, lasciati nel momento della ritirata dai cosacchi alla gente di Timau. Una donna cosacca ha poi regalato il proprio scialle al manichino di una donna esposta su un carro abbandonato dai cosacchi durante la ritirata verso l’Austria. (g.g.)
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