I costosi "tesori" di Codroipo

Tanti edifici ereditati sono abbandonati. Il sindaco pensa al modello atelier
Codroipo 24 Febbraio 2015. Villa Ballico. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 24 Febbraio 2015. Villa Ballico. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

CODROIPO. Per averla il Comune ha dovuto anche resistere in giudizio alle richieste di una lontana parente di Wanda Ballico che contestava il testamento con il quale la donna ha ceduto la storica villa di via Zorutti al municipio. Ma quello che poteva essere un patrimonio da valorizzare per il momento si è rivelato soltanto un costo. Che continua a lievitare. Sessantamila euro sono stati spesi soltanto per mettere in sicurezza il tetto di villa Ballico. L’immobile, con il suo parco di 1.660 metri quadrati, è però in stato di abbandono. Il Comune le ha provate tutte senza troppa fortuna e alla fine ha anche tentato di venderla ma le trattative non sono andate a buon fine.

E villa Ballico non è l’unico edificio da recuperare che il Comune ha “ereditato”. L’ex polveriera Coseat Brunner dove la giunta regionale guidata da Illy avrebbe voluto ospitare il Sunsplash conta una cinquatina di edifici su un’area di 350 ettari in parte vincolati come prato stabile per la presenza della Pulsatilla Montana, fiore della famiglia degli anemoni che solitamente cresce in montagna. Senza la Pulsatilla forse le cose sarebbero andate diversamente ma al momento, anche in quel caso, il tentativo di vendita è fallito. C’è poi il fortino di Rivolto che si trova in stato di abbandono come quello di Beano che gli alpini stanno cercando di rendere presentabile almeno in parte in vista degli eventi per ricordare la Grande guerra.

I problemi da affrontare insomma non sono pochi. Perché in un periodo i cui le risorse sono sempre più limitate per i Comuni diventa complicato gestire un patrimonio di immobili che in molti casi gravano sul bilancio senza garantire alcun ritorno alla comunità. Ecco perché il sindaco Fabio Marchetti ha deciso di mettere mano al Piano regolatore introducendo un nuovo modo di progettare il futuro di Codroipo e delle sue 13 frazioni. «Il vecchio Piano - spiega - risale al 1987 ed è ovviamente superato.

Appena arrivato ho inserito a bilancio le somme necessarie per incaricare dei professionisti di produrre un nuovo Piano regolatore generale e il Piano particolareggiato di Passariano. Contemporaneamente, con poco più di 10 mila euro, abbiamo indetto un concorso di idee per piazza Garibaldi e abbiamo avuto una risposta che è andata oltre le nostre aspettative con 60 studi associati di tutte Europa e d’Italia che hanno immaginato il cuore del centro. Da lì è nata l’idea di demolire l’ex canonica per allargare la piazza, sulla quale intendiamo confrontarci con i cittadini. E il Piano regolatore sarà uno strumento aperto alle idee sul modello dell’atelier parigino che prevede il contributo di più professionisti per disegnare il futuro del territorio recependo le istanze dei cittadini. Così contiamo anche di attrarre i privati per valorizzare gli edifici abbandonati».

Addio Sunsplash, si pensa agli orti urbani

Codroipo 25 Febbraio 2015. Coseat Brunner ex polveriera. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 25 Febbraio 2015. Coseat Brunner ex polveriera. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Agricoltura biologica e orti urbani da destinare ai giovani senza terra nell’area dell’ex polveriera Coseat Brunner. È questa la proposta che il perito agrario Graziano Ganzit ha lanciato all’amministrazione comunale. Proposta di cui si era fatto portavoce già alcuni anni fa quando si era opposto all’idea dell’allora giunta Boem di utilizzarla per ospitare grandi eventi: la Regione voleva infatti utilizzare come nuova sede del Sunsplash.

Il vecchio sito militare in località Prat di Loret, ceduto al Comune di Codroipo in seguito alla dismissione della proprietà del Demanio dello Stato, ora è stato messo dall’amministrazione tra i beni da alienare o da valorizzare. Si tratta di un’area abbandonata di oltre 350 mila metri quadrati per un valore indicativo che supera i 530 mila euro soggetta a vincoli ambientali come prato stabile. Una cinquantina i fabbricati ancora presenti.

«Dando una parte di questa terra ai giovani che non ce l’hanno – afferma Ganzit –, si verrebbero a creare delle opportunità di lavoro oltre alla possibilità di ospitare soggetti deboli o magari richiedenti asilo, che così potrebbero imparare a lavorare la terra e diventare davvero autosufficienti. Nel mezzo, una decina di ettari rimarrebbe area tutelata come parco o polmone verde». Diverse persone si sono fatte avanti con proposte per un suo riutilizzo. Al momento, il Comune non dispone delle risorse necessarie per investire su questa zona.

Gli alloggi abbandonati dell'ex caserma

Codroipo 25 Febbraio 2015. Palazzine demanio. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 25 Febbraio 2015. Palazzine demanio. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Si trova a poca distanza dal centro cittadino del capoluogo del Medio Friuli e potrebbe dare il là a un importante sviluppo urbanistico a favore della cittadinanza e dei militari sempre alla ricerca di case in affitto. L’ex caserma degli Alpini di viale Duodo, di proprietà del Ministero della Difesa, è solo in parte utilizzata dai Lancieri di Novara.

Certo, poterla acquisire al patrimonio immobiliare del comune vorrebbe dire potere rimettere a nuovo soprattutto gli edifici adibiti come alloggi e ora non più utilizzati. Edifici che adesso mostrano in tutta la loro evidenza i segni dell’inevitabile passaggio del tempo. Ci sono già alcune proposte e delle idee per un loro possibile recupero e riutilizzo. Lo ha affermato anche lo stesso primo cittadino Fabio Marchetti sottolineando come la collocazione dell’ex caserma nel contesto del centro di Codroipo prefigura l’ipotesi di uno sviluppo urbanistico di particolare importanza a favore della popolazione locale e dei militari. Come detto, però, la proprietà, in questo caso, non è del Comune di Codroipo.

Questi alloggi si trovano in una delle arterie principali della città, dove di recente sono state realizzate delle nuove zone residenziali ed altre sono in fase di costruzione. Al momento, pertanto, si tratta appunto solo di progetti.
 

Villa Ballico, il gioiello in vendita

Codroipo 24 Febbraio 2015. Villa Ballico. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 24 Febbraio 2015. Villa Ballico. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Il Comune l’ha messa in vendita nel 2013. Ma i cittadini continuano a ritenere villa Ballico, storico edificio in via Zorutti, un bene da difendere. Da parte dell’amministrazione Marchetti non sono mancati i tentativi per recuperare l’immobile. Sono stati avviati contatti con alcuni professionisti per un piano di restauro e di messa in sicurezza che poi essi stessi hanno giudicato economicamente insostenibile. Si tratta di un patrimonio il cui valore indicativo è stimato fra i 250 e i 300 mila euro. Il parco, con la sua superficie di 1.660 mq, è stato inserito invece tra le proprietà comunali da valorizzare.

Proprio per la manutenzione di questo polmone verde in centro città un gruppo di cittadini si è reso disponibile a impegnarsi volontariamente. La speranza è quella di poterlo rendere usufruibile al pubblico e farlo diventare un luogo dove ospitare eventi e concerti. Tante le proposte suggerite per lo storico immobile. Centro di riferimento delle attività culturali con all’interno una sala espositiva o da utilizzare in parte come foresteria per giovani.

La villa è passata di recente tra le proprietà del Comune dopo una complessa vicenda giudiziaria che l’allora amministrazione Boem aveva in piedi con una lontana parente di Wanda Ballico. La donna, residente a Milano, intendeva far dichiarare la nullità del testamento in cui l’anziana signora codroipese aveva espresso la sua intenzione di donare la villa con il giardino al Comune.

Alpini all’opera per risistemare il forte di Beano  

Codroipo 25 Febbraio 2015. Fortino di Beano. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 25 Febbraio 2015. Fortino di Beano. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Lo stanno rimettendo a nuovo con l’impegno e l’entusiasmo che li contraddistingue. Gli alpini di Codroipo hanno infatti iniziato i lavori di sistemazione del fortino di Beano che al tempo della prima guerra mondiale faceva parte del sistema difensivo del ponte della Delizia.

Un edificio ora in stato di abbandono. Grazie alle penne nere codroipesi, insieme ai gruppi di Beano, Bertiolo, Grions, Gradiscutta, Sedegliano e Virco, uniti per costituire il comitato per il centenario della Prima Guerra mondiale zona Medio Tagliamento, si provvederà alla manutenzione e alla pulizia del verde, al taglio delle alberature e delle ramaglie e a eventuali altri lavori nelle aree comunali del monumento. Si vuole, insomma, valorizzarlo anche a fini turistico-ambientali e inserirlo così nei percorsi tematici dei luoghi della Grande guerra.

Case vuote con un futuro da uffici

Codroipo 25 Febbraio 2015. Appartamenti comune. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 25 Febbraio 2015. Appartamenti comune. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Nessun cartello “in vendita” per i due appartamenti di proprietà del Comune situati sopra l'istituto bancario adiacente al municipio. I locali, posti al secondo e terzo piano dell’edificio, in futuro potrebbero infatti ospitare degli uffici in un’ottica di riorganizzazione della macchina comunale. Questa è una delle possibilità che sta prendendo in considerazione la stessa amministrazione. In questo modo si potrebbe accentrare nel palazzo di piazza Garibaldi un numero maggiore di uffici e di servizi per la cittadinanza.

Un patrimonio che il Comune vuole sfruttare al meglio e renderlo ancora più funzionale evitando così di lasciarlo inutilizzato. Al momento infatti questi ambienti non vengono adoperati. L’ente è proprietario, oltre che dei due appartamenti, anche dei rispettivi locali interrati e delle parti in comune con la banca ovvero l’atrio di ingresso, il vano scale con accesso da via Santa Maria Maggiore e l’area esterna sul lato est. Come assicurato non c'è alcuna intenzione da parte dell’Ente di metterli in vendita.

L’amministrazione punta piuttosto a riutilizzarli come sedi di nuovi spazi del municipio in vista di una futura riorganizzazione dell’apparato comunale che punti a una maggiore efficienza. Al momento le serrande sono ancora abbassate. Ma le idee e le proposte per come poterli valorizzare non mancano.

Corte Agnola, un appartamento inutilizzato

Codroipo 25 Febbraio 2015. Corte Agnola. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 25 Febbraio 2015. Corte Agnola. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Compare nella lista dei beni da alienare dal Comune anche un appartamento in pieno centro cittadino. L’alloggio messo in vendita, con sette vani disposti su due piani e un posto auto scoperto, si trova all’interno della corte Agnola, in piazza Garibaldi. Il prezzo base di gara è di 169.694 euro. In passato sono già state esperite alcune aste ma tutte si sono concluse senza alcun acquirente interessato. Il Comune di Codroipo è diventato proprietario a pieno titolo del complesso edilizio nel 2006. Si trattava di un lascito, il cui valore era stimato tra gli 800 e 900 mila euro, effettuato dalla signora Guerrina Stefani vedova Agnola, deceduta il 9 febbraio 2005.

La donna aveva così precisato nel testamento: «Lego la casa in Codroipo, corte Agnola, di piazza Garibaldi, al Comune di Codroipo per fini di assistenza a persone anziane o bisognose». L’amministrazione presieduta dall’allora sindaco Vittorino Boem aveva deciso di alienare il complesso, costituto in tutto da 11 immobili suddivisi tra abitazioni, negozi e uffici, e di utilizzare il ricavato dalla vendita, rispettando così le volontà della defunta, per la costruzione di appartamenti destinandoli a persone anziane e bisognose. Chiunque fosse interessato all’acquisto dell’appartamento può far pervenire la busta contenente l’offerta al Comune. Non saranno prese in considerazione le offerte al ribasso.

L'ex canonica sarà abbattuta

La sua demolizione rientra nel progetto più ampio di riqualificazione del centro storico della città. Con l’abbattimento dell’ex canonica, infatti, si potranno restituire ai cittadini ampi spazi di socializzazione proprio nel cuore del capoluogo del Medio Friuli. Intervento, questo, che è stato oggetto di un concorso di idee promosso dall’amministrazione comunale e al quale hanno partecipato una sessantina di professionisti di tutto il mondo. Le proposte dovevano riguardare appunto la zona dell’attuale municipio, l’area dell’ex canonica che si estende fino al campanile del Duomo e gli spazi attigui che bisognava mettere in relazione con l’area dei giardini pubblici (ex foro boario).

L’obiettivo era quello di definire un luogo collettivo e di socializzazione, in grado di rivitalizzare il nucleo urbano. La vecchia casa canonica, che fa parte di un complesso un tempo di proprietà della parrocchia e poi acquistato dal Comune, sarà demolita una volta conclusa la realizzazione di quella nuova e una volta reperite tutte le risorse necessarie, con l'obiettivo di riqualificare l'intera zona circostante la piazza principale della città. Con il concorso sono dunque state proposte soluzioni per la valorizzazione dell’area tra la chiesa e la nuova canonica, prevedendo aree verdi, spazi di aggregazione e parcheggi.

Molino di Bosa, dal '500 lavoro in mezzo alla natura

Codroipo 25 Febbraio 2015. Mulino di Bose. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 25 Febbraio 2015. Mulino di Bose. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Il Comune l’ha messo in sicurezza realizzando gli interventi più urgenti. Ora però il Mulino di Bosa, situato nella zona dei mulini a sud di Codroipo, ai margini del parco delle Risorgive, deve essere valorizzato, immerso com’è in un paesaggio caratterizzato da numerosi corsi d’acqua di risorgiva, boschetti, aree coltivate ed edifici rurali. Il mulino di Bosa sorge sulla roggia Selusset a sud del mulino di Bert, dove oltre alla macinazione dei cereali viene ancora effettuata l’antica battitura dello stoccafisso alla pietra, unica in Italia.

Lo storico codroipese don Vito Zoratti nel quarto libro della storia di Codroipo “Memorie” scrive che il mulino di Bosa si chiamava prima “Molino del Gnuv” e che iniziò a macinare il 10 febbraio 1524. Divenne poi di proprietà dei Bosa con Giacomo di Gradiscutta nel 1808.

Le idee per un suo recupero non mancano. L’amministrazione comunale sta cercando partner privati per la sistemazione e la sua rimessa in funzione. Alcuni cittadini hanno proposto invece di farlo diventare un centro servizi per coloro che vogliono fare percorsi a cavallo e in parte utilizzarlo come un ostello per i giovani. Si vorrebbe così andare a incentivare la realizzazione di nuovi itinerari alla scoperta delle bellezze naturalistiche, paesaggistiche , architettoniche e rurali del Medio Friuli. Bellezze di cui il Mulino di Bosa fa parte a pieno titolo.

Il fortino abbandonato di Rivolto

Codroipo 25 Febbraio 2015. Fortino di Rivolto. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Codroipo 25 Febbraio 2015. Fortino di Rivolto. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

Erbacce, sterpaglie e rifiuti. In mezzo il fortino di Rivolto, in completo stato di abbandono. L’edificio, terminato di costruire nel 1913 e fiancheggiato da uno o più appostamenti per batterie, mitragliatrici e fanteria, comprendeva i locali per il ricovero delle truppe, i depositi e un laboratorio sotterraneo per la produzione delle cariche di esplosivo.

Con l’entrata dell’Italia nella Prima guerra mondiale divenne inutile, visto il bisogno dal fronte dei pezzi di artiglieria e di conseguenza si procedette molto rapidamente al suo disarmo. La struttura in calcestruzzo lunga circa 70 metri oggi mostra tutti i segni dell’incuria e del tempo, è inagibile e in stato di degrado. Così come il fortino di Beano anche l’opera in via del Forte a Rivolto è stata inserita dal Comune tra i beni da alienare. Il valore indicativo stimato è di 125.010 euro per una superficie complessiva dell’area di 41.670 mq. A oggi c’è stata un’offerta da parte di un acquirente ritenuta in un primo momento troppo bassa da parte del Comune. La fondazione proponente l’aveva poi triplicata.

L’offerta prevedeva di poter utilizzare uno stabile a uso gratuito per collocarvi un museo sulla Prima guerra mondiale, qualora ci fosse un ente che avesse il desiderio di mantenerlo aperto, oltre a poter adoperare il forte per altre attività di pubblico servizio.

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