I fedeli a Lourdes: «Nell’acqua sacra per resistere al male»

Il racconto dei 400 friulani partiti per il pellegrinaggio Sul “treno violetto” dell’Unitalsi anche volontari e medici
Udine 18 Giugno 2011. Partenza treno violetto Unitalsi. Telefoto Copyright Foto PFP
Udine 18 Giugno 2011. Partenza treno violetto Unitalsi. Telefoto Copyright Foto PFP

Tanti sorrisi, un po’ di emozione, ma soprattutto molta gioia. Sono i sentimenti che si respiravano, ieri, al primo binario della stazione di viale Europa unita, alla partenza del “treno violetto”. Sono 400 i friulani che, dopo 22 ore di viaggio, arriveranno a Lourdes per partecipare al pellegrinaggio diocesano dell’Unitalsi guidato dall’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato. Più nel dettaglio, sono 110 i malati (di cui alcuni in situazioni particolarmente critiche, tali da richiedere l’uso di due carrozze “barrellate”, utili cioè a chi può viaggiare soltanto disteso) accompagnati da 130 volontari (60 barellieri e 70 sorelle) e 160 pellegrini. A salire sullo speciale convoglio saranno anche 5 medici e 10 sacerdoti.

Diverse le motivazioni del pellegrinaggio. Nessuno, però, ci va per chiedere il miracolo. Anzi, il semplice fatto di partecipare è già di per sé un miracolo perché, stando al racconto dei fedeli, regala la forza per affrontare la vita di ogni giorno. Come nel caso di Olga Finco, di Carlino, al suo primo viaggio a Lourdes. «Ho un problema alle gambe - spiega - perché, a causa dell’artrite, non reggono più il mio peso. Ma non ho deciso di prendere parte al pellegrinaggio per questo. Chiedo soltanto la grazia di riuscire a sopportare tutto». Accanto a lei c’è Alda Chiesa, colpita dalla poliomelite da piccolina e arrivata al suo quinto viaggio a Lourdes. «Riuscire a salire sul treno violetto - dice - è il mio unico desiderio e quest’anno mi sembrava non arrivasse mai il momento di partire. Sono impaziente di potermi finalmente bagnare nelle acque sacre: è acqua miracolata perché è la medesima fonte in cui si bagnò Bernadette su invito della Madonna, proprio accanto alla grotta delle apparizioni. Ci si immerge completamente nudi in grandi vasche di granito e, appena si esce, il corpo è già completamente asciutto, senza bisogno di accappatoio». Maria Zanutto può essere considerata una veterana dopo 9 anni ininterrotti di pellegrinaggio. «È una sensazione indescrivibile - spiega - e vorrei poter ringraziare uno a uno i volontari per tutto quello che fanno durante la nostra settimana di permanenza».

Sullo speciale treno c’è anche la famiglia Dose: Giacomo (71 anni) e Luciano (69) sono due fratelli barellieri, cui si associano la moglie e la figlia di quest’ultimo, entrambe “sorelle” dell’Unitalsi. «Mi hanno detto che a fare del bene non è mai male», scherza Giacomo, visibilmente emozionato perché è al suo primo pellegrinaggio. «È un’esperienza bellissima - continua il fratello Luciano - perché possiamo dedicare una settimana a chi è meno fortunato. Il momento più emozionante è la messa nella grotta dove è apparsa la Madonna, ma l’intera settimana è ricca di spunti di riflessione».

Michela Zanutto

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