I giovani sui media tradizionali: «Sono più affidabili dei social»

Gli under 30 intervistati da Demopolis sul tema ragazzi e informazione Il 95% legge le notizie in rete. Ma il giornalismo di inchiesta vince sempre

Il 95% degli under 30 italiani si informa quotidianamente dalla rete e il 60% è di fatto sempre connesso ad Internet. È il dato di partenza che emerge dall’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, realizzata dall’istituto Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti in occasione del Premio Mario e Giuseppe Francese. L’indagine è stata condotta dall’11 al 18 gennaio 2019 su un campione stratificato di 1.000 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana fra i 18 ed i 29 anni.

«La centralità della rete – spiega il direttore di Demopolis, Pietro Vento – incide in modo significativo sulle modalità di informazione delle nuove generazioni: il 75% degli under 30 entra in contatto con l’attualità attraverso siti web, portali e testate online. Considerato il contesto, i telegiornali e i programmi di informazione in tv tengono le loro posizioni: li segue il 66%. Sempre più centrale appare poi il ruolo di Facebook, Youtube e dei principali Social network, vero e proprio incrocio di tutte le informazioni».

L’Istituto Demopolis ha analizzato quali sono le fonti di informazione più utilizzate dai giovani facendo un confronto tra l’anno 2009 e il 2019. È emerso che la fruizione dei TG e dei programmi di informazione è passata in 10 anni dal 76 al 66%, quella dei siti di informazione online dal 31 al 75% e l’utilizzo dei Social come strumento di informazione è passata con un cambio radicale dal 15 al 63%. È invece sempre più residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata: in pochi acquistano un giornale in edicola, anche se i quotidiani continuano ad essere letti, online, in tempo reale. È anche emerso che più della metà degli under 30 dubita spesso della credibilità delle notizie sui Social network, molto più che sui media tradizionali, a causa delle cosiddette fake news che ormai circolano frequentemente in Rete. Quindi i media tradizionali sono percepiti dagli under 30 come più affidabili rispetto ai social network: una simbolica rivincita, in questo caso, per la stampa tradizionale. Un dato significativo che è emerso dall’indagine è che ad interessare di più chi ha meno di trent’anni sono per il 70% i fatti locali che avvengono nella propria città o regione, ma anche, per i due terzi, l’informazione nazionale. Molto più bassa è invece l’attenzione su quanto accade in Europa e nel resto del mondo. È anche stato domandato ai ragazzi che cosa non gradiscono oggi dell’informazione italiana: la gran parte ha risposto di non gradire la faziosità dell’informazione politica, seguita dalla scarsa obiettività e dalla superficialità di molte notizie.

Dall’indagine è emerso infine un risultato di particolare interesse. «Il 70% dei giovani – dice il direttore Pietro Vento – si dichiara interessato al giornalismo di inchiesta e di denuncia. Le nuove generazioni lo vorrebbero più presente sui media italiani».

Ma Demopolis si chiede: che cosa pensano del giornalismo i giovani di oggi? Dall’analisi affiora che ben il 73% dei giovani italiani riconosce oggi al giornalismo una funzione fondamentale o importante nel nostro Paese. Quindi nel giro di pochi anni il modo di informarsi è cambiato. I giovani continuano comunque ad interessarsi alle notizie, con la differenza che ormai in pochi comprano i giornali o guardano i programmi in tv: è considerato molto più semplice e immediato aprire il cellulare o il tablet e leggere le notizie in tempo reale.

«La ricerca di Demopolis mostra come i giovani siano interessati al giornalismo e alla sua funzione fondamentale per una corretta informazione dei cittadini, con particolare riferimento al giornalismo di inchiesta – ha commentato Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti - . È un dato che ci conforta in questa fase in cui abbondano fake news, linguaggi di odio soprattutto via web e dove si cerca di neutralizzare la funzione del giornalismo come “cane da guardia” della Democrazia. Ritengo che compito essenziale dei giornalisti – ha concluso - sia e resti quello di raccontare i fatti senza fare sconti a nessuno, a nessun governo (di qualsiasi colore) a nessun potere (comprese le grandi piattaforme di Internet)». —

Emma Gigante

Tea Paola Businello



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