I legali del Kursaal: "Danno incalcolabile, 40 a casa"
LIGNANO. «Non ci riteniamo responsabili di niente e rischiamo di subire un danno di immagine ed economico incalcolabile, così più che prevenzione si fa distruzione».
Il titolare del Kursaal Riccardo Badolato, non nasconde la sua amarezza. E punta il dito contro delle «norme sbagliate» che a suo avviso rischiano di penalizzare i locali invece di contrastare lo spaccio di droga. «In vent’anni di attività - sottolinea - questa è la prima volta che ci capita una cosa del genere a conferma del fatto che abbiamo sempre lavorato sul fronte della prevenzione e della sicurezza.
Adesso invece mi pare che si tenda a fare di tutta l’erba un fascio ed è una cosa che non possiamo accettare».
Badolato non lo nomina ma il riferimento al Cocoricò è chiaro: «Il Friuli non è certo la riviera romagnola, detto ciò - continua - la verità è che siamo indifesi perché gestiamo locali pubblici e quindi non possiamo allontanare nessuno né, tanto meno, perquisire eventuali sospetti.
L’unica possibilità è chiamare le forze dell’ordine, ma quando in una serata ci sono centinaia di persone è impossibile accorgersi di tutto: nè la ragazza nè la persona accusata di averle venduto una pasticca sono clienti nostri abituali.
All’interno del locale ho cinque persone che si occupano di sicurezza e altre 4 agiscono all’esterno, ma alla fine mi ritrovo il locale chiuso per 15 giorni. In questo periodo è un danno incalcolabile e almeno 40 persone saranno costrette a rimanere a casa».
Per questo motivo gli avvocati Renato Fusco e Vincenzo Cinque intendono fare ricorso al Tar. «Lo presenteremo domani chiedendo una sospensione urgente al presidente del tribunale amministrativo - spiega Fusco - nella speranza di poter riaprire per Ferragosto perché siamo convinti che si tratti di un provvedimento sproporzionato e illegittimo».
E non è escluso che il locale possa poi chiedere i danni. «Negli episodi contestati - conclude il legale - c’è una chiara responsabilità personale rispetto alla quale la discoteca è una vittima. Per questo motivo siamo pronti a costituirci parte civile anche in un eventuale processo penale».
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