I militari dell’Ariete pronti a rafforzare il fianco Est della Nato
I carristi si stanno esercitando nell’area del Cellina Meduna. Sostituiranno il 132esimo reggimento di Cordenons

PORDENONE. Da oltre una settimana i carristi del 32° reggimento carri di Tauriano e i cavalieri del Lancieri di Novara (5)° di Codroipo appartenenti alla brigata Ariete di Pordenone, si stanno esercitando nell’area adestrattiva del Cellina Meduna.
L’approntamento, con l'impiego di carri armati Ariete e i blindo Centauro, è finalizzato al loro prossimo invio nell’est Europa. Saranno loro a dare il cambio ai colleghi del 132° reggimento carri di Cordenons, in Bulgaria da febbraio, al comando della missione Nato di vigilanza rafforzata eVA (enhanced Vigilance activity) a guida italiana ormai da due anni.
Oggi, nel campo di Novo Selo sono infatti presenti 750 militari, in prevalenza arietini, impegnati ad amalgamarsi con i soldati dei contingenti di Bulgaria, Stati Uniti, Albania, Grecia, Montenegro e Macedonia del Nord.
Una presenza destinata ad essere elevata da reggimento a brigata da qui al prossimo anno, con l’invio ulteriore di militari sia italiani sia degli altri contingenti a seconda della disponibilità a ospitare assicurata dalla Bulgaria, che porterà le unità a oltre un migliaio di persone.
Una novità questa emersa dalla relazione analitica sulle missioni internazionali presentata, ieri, dal generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo, in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.
Si tratta di un resoconto che mette in evidenza l’attuale presenza di 3 mila militari italiani con 1.180 mezzi, 12 aerei e una nave nel mare Baltico, schierati lungo il fianco orientale della Nato, un lungo cordone difensivo che parte dal Mar Nero e arriva fino al mare Baltico. In queste 3 mila unità, oltre ai 750 militari in Bulgaria, sono da considerare gli 850 carabinieri e soldati presenti in Kosovo, punto nevralgico dei Balcani, che potrebbero anche questi raddoppiare in caso di criticità, come è avvenuto l’anno scorso durante le gravi dimostrazioni delle comunità serbe. Stessa sorte per i 180 militari italiani in Erzegovina, altro braciere mai spento, che potrebbero diventar doppi.
È questo L’impegno sul fronte orientale a fianco dell’Alleanza Atlantica che il generale Figliuolo ha voluto ribadire in commissione. «Per quanto riguarda il dominio terrestre – ha sottolineato il generale – va evidenziato l’impegno per il potenziamento della presenza avanzata con un circa 290 militari a supporto del battlegroup a guida canadese schierato in Lettonia. Proseguiamo poi il contributo al battlegroup in Ungheria con un contingente di circa 250 militari».
Nel settore aereo invece «l’impegno massimo nazionale prevede fino a 300 militari e 12 aerei tra Polonia, Lituania e Romania – ha aggiunto Figliuolo – in Polonia, a Malbork, a pochi chilometri dall’enclave russa di Kaliningrad, abbiamo un contingente di 220 militari, quattro Eurofighter e un velivolo per la ricerca informativa».
In Bulgaria i nostri soldati della Brigata Ariete si stanno coordinando con gli altri gruppi tattici della Nato presenti in Romania, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia.
Negli ultimi anni la Brigata Ariete è stata impegnata negli addestramenti che hanno richiesto la sua validazione per essere impiegata poi con le altre Forze Nato.
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