«I parcheggi dei disabili occupati spesso da incivili»
Il racconto di un invalido costretto a fare i conti con automobilisti maleducati Segnalati disagi in centro e in stazione, ma anche nei grandi negozi

I parcheggi riservati alle persone disabili sono sempre occupati e a utilizzarli, spesso, sono persone che non espongono nemmeno l’opportuno contrassegno. Udine in più occasioni è stata presa di mira come città non del tutto accessibile a chi ha problemi di deambulazione, ma questa volta non sono le barriere architettoniche a far arrabbiare gli invalidi, ma i maleducati che parcheggiano sugli stalli a loro “riservati” . E le virgolette sono d’obbligo, perché sebbene i cartelli e la segnaletica orizzontale – anche talvolta sbiadita – parlino chiaro, è evidente che non tutti osservino le regole. Stazione ferroviaria, centro città, ma anche davanti a grandi magazzini e parchi pubblici: i diversamente abili continuano a lamentare che spesso i parcheggi a loro concessi sono invece occupati da auto non autorizzate con a bordo furbetti e più di qualche maleducato. Utilizzano le quattro frecce, si scusano giustificandosi che «era solo per un momento», sperano in un colpo di fortuna e che nessun vigile sia nei paraggi per certificare la contravvenzione. Lo spauracchio della multa – 59,50 euro nella formula scontata e 85 in quella piena, oltre a due punti in meno sulla patente –, evidentemente, non spaventa abbastanza e i controlli, sempre stando a quanto riferiscono le persone interessate, sono troppo sporadici, non in grado di pizzicare sul fatto chi viola il codice della strada. «Ogni volta che arriva un treno alla stazione i due spazi per disabili sono occupati da almeno cinque auto parcheggiate a spina di pesce – osserva un residente che ha inviato una segnalazione al Messaggero Veneto –. Il fatto lo avevo già portato a conoscenza, con foto, della polizia municipale, ma nulla è stato fatto: i due stalli – prosegue il residente – rimangono occupati e anche se si chiede di spostare la macchina ai proprietari, ci ignorano». Lo stesso accade in centro città dove pur essendoci diversi posti riservati alle persone con invalidità, più di qualcuno li occupa, anche solo per un momento, impropriamente, costringendo i disabili in auto a parcheggiare in divieto di sosta per poter scendere e muoversi senza disagi.
Anche ai centri commerciali regna, infine, la maleducazione. «Ero al Città Fiera in una giornata prefestiva e dopo una decina di minuti in attesa del parcheggio, in uno degli spazi riservati ai disabili si è piazzata un’auto di grossa cilindrata – racconta un lettore –. È scesa una famiglia, con due genitori e due figli adolescenti tutti in smagliante forma fisica che, al momento in cui ho fatto notare si trattasse di un parcheggio riservato alle persone portatrici di handicap mi hanno risposto in maniera sgarbata e maleducata, mostrandomi con arroganza il permesso». L’opinione condivisa da diverse persone disabili è che i Comuni rilascino le autorizzazioni con troppa poca «puntigliosità» e c’è più di qualcuno che, ingiustamente, ne fa un uso improprio. «Tali comportamenti, irrispettosi e maleducati, non possono essere tollerati in una società civile – sono le parole del disabile –, e parlo in questo modo perché avendo problematiche di deambulazione, soffro molto questa condizione». Nei confronti dei disabili, insomma, sembra non manchino i maleducati, ma ci sono anche persone che, con molta generosità, si mettono a disposizione per offrire il proprio contributo. È il caso di Franco Di Bert il quale, assieme al fabbro e al falegname di Cussignacco, ha proposto di realizzare a proprie spese la pedana per accedere al plateatico di piazza San Giacomo. Protagonista di una vicenda infinita, vittima delle lungaggini burocratiche e dei rimpalli tra autorizzazioni, nulla osta e uffici, la pedana – per la quale esiste già il progetto è dovrebbe essere realizzata entro la fine dell’anno – vorrebbe essere il regalo di questi artigiani alle persone disabili. «A nostre spese ci piacerebbe realizzare e posizionare la rampa di accesso alla piazza – osserva Di Bert che si è anche rivolto a palazzo D’Aronco –: nell’arco di una ventina di giorni sarebbe pronta. Il Comune ci dia le coordinate e le modalità da rispettare, così finalmente i disabili potranno accedere a quello che è il vero cuore di Udine sino a quando sarà realizzata quella definitiva».
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