I parenti friulani della Rosboch: «Carcere a vita per l’assassino»

La condanna a 30 anni dell’omicida della docente originaria di Colloredo non basta. L’ex allievo della donna la uccise nel Torinese dopo averle sottratto 187 mila euro
In una foto rilasciata dai carabinieri Gabriele Defilippi arrestato per l'omicidio di Gloria Rosboch, Torino, 20 Febbraio 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
In una foto rilasciata dai carabinieri Gabriele Defilippi arrestato per l'omicidio di Gloria Rosboch, Torino, 20 Febbraio 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Omicidio Rosboch, la cronistoria

UDINE. «Giustizia non è stata fatta. Mia cugina è vittima di un omicidio premeditato, per di più con uno scopo economico». A parlare è Maria Grazia Quarino, cugina dell’insegnante di francese Gloria Rosboch, la 49enne di origini friulane uccisa nel Torinese dall’ex allievo Gabriele Defilippi. «Ci saremmo aspettati l’ergastolo, come chiesto dal Pm, perché l’omicidio è stato premeditato – ha aggiunto Maria Grazia, che abita a Coseano –. Invece il giudice in primo grado gli ha dato 30 anni, va a finire che se si comporta bene dopo 15 anni esce di prigione. Non mi sembra una pena legittima per quello che ha fatto».

Nella casa di famiglia di Coseano, così come in quella di Castellamonte in provincia di Torino, c’è tanta amarezza. «Marisa, la mamma di Gloria, è sempre stata una donna abbastanza determinata – racconta Maria Grazia –. Ma ora è rassegnata: la figlia è morta e nessuno gliela riporterà indietro, in più lei e il marito hanno una certa età, probabilmente quando il reo confesso avrà finito di scontare la pena, loro non ci saranno più». La vicenda dei Rosboch si è intrecciata con il Friuli Venezia Giulia negli anni Cinquanta, quando i nonni di Gloria, Norma Domini e Silvano Mores, hanno lasciato Colloredo di Montalbano, e più precisamente Deveacco, in cerca di fortuna. Si sono stabiliti in provincia di Torino con la piccola Marisa.

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Proprio lei, anni dopo, si è sposata con Ettore Rosboch e da quell’unione è nata Gloria. Gloria, quella ragazza cresciuta «in mezzo all’amore e mille agi». Insieme a Gloria, Maria Grazia ha trascorso gli anni della gioventù. Maria Grazia è la più grande e si ricorda bene quando è nata la piccola Gloria: «C’erano stati problemi in sala parto e in un primo momento sembrava che la piccola fosse nata morta, tant’è che la neonata è stata accantonata in un angolo mentre venivano prestati i soccorsi a sua mamma, Marisa – ricorda Maria Grazia –. È stata una suora ad accorgersi che quel frugoletto respirava, salvandola».

Così comincia la vita di Gloria, una «ragazza timida e riservata – racconta la cugina –, non amava andare a ballare. Usciva raramente. Era brava a scuola, ha studiato lingue ed è diventata un’insegnante». È il denaro al centro di questa vicenda: Gloria si è lasciata convincere da un suo ex studente, il 22enne Gabriele Defilippi, a consegnare nelle sue mani 187 mila euro. «Gloria gli aveva dato i soldi in previsione di un lavoro in Costa Azzurra – ha spiegato Maria Grazia –. Era un’insegnante precaria e questo fatto l’ha sempre turbata, perciò l’idea di aprire un’attività in Francia era allettante. Il prestito era avvenuto all’insaputa dei genitori e, quando Gloria ha raccontato loro tutta la verità, hanno deciso di denunciare Gabriele, che poi l’ha uccisa».
 

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