I quarant’anni dell’hotel Carnia che ha visto sfilare tanti politici e vip

Venzone: inaugurata il 7 luglio 1979, la struttura ha saputo rinnovarsi. Livio e Giuliana Treppo: appello per terminare la ciclabile

VENZONE. Nel 1979 nasceva l’hotel Carnia. L’apertura della struttura rappresentò un segno di rinascita nel Friuli terremotato. A 40 anni di distanza, Livio Treppo, l’uomo che decise di investire in quello che era un sito paludoso, ricorda quei momenti con commozione e con lo stesso spirito imprenditoriale di allora.

Ed è proprio quello spirito che lo fa tuonare contro il mancato completamento della pista ciclabile Alpe Adria. Lo fa perché da un lato l’infrastruttura tra le più belle d’Europa ha “risvegliato” il Canal del Ferro e la Valcanale, dall’altro perché non è più tollerabile veder transitare frotte di ciclisti, con bambini al seguito, lungo la strada regionale cercando di schivare i mezzi pesanti.



Quella dell’hotel Carnia è una storia fatta di impegno, dedizione e tanta passione. Sono questi gli ingredienti che Livio ha trasmesso alla figlia Giuliana, colei che ora gestisce l’albergo con 45 camere rinnovate seguendo le tendenze del momento.

Accomunati dalla stessa passione, padre e figlia continuano a ripetere a tutti i politici che transitano da quelle parti: «La ciclabile va ultimata». Il tracciato si ferma a Moggio: dall’abazia di San Gallo i ciclisti sono costretti a proseguire facendo attenzione a non finire contro i mezzi pesanti.

«Vederla incompleta è una grande delusione», ripete Livio mentre davanti ai suoi occhi pedalano gruppi di ciclisti. Intanto arriva il vettore che trasporta i bagagli dei cicloturisti da una tappa all’altra, la comitiva giungerà a destinazione in serata. Il via vai di ciclisti è continuo, la ciclabile è un volano di lavoro anche per il Carnia. Ecco perché i Treppo insistono a chiedere l’ultimazione dell’infrastruttura.

La storia dell’hotel Carnia inizia con la costruzione delle grandi infrastrutture. «L’avventura è iniziata il 7 luglio 1979 – ricorda Livio Treppo –. Sono stati anni molto difficili e pieni di lavoro con la ricostruzione del Friuli terremotato in corso, il raddoppio della ferrovia e l’autostrada che è stata ultimata nel 1985».

Nella struttura situata al crocevia tra il canale del Ferro, la pedemontana e la Carnia, si sono sempre rimboccati le maniche. L’hanno fatto anche quando si sono resi conto che l’autostrada deviava il traffico altrove e che l’innovazione andava gestita.

Da allora si continua a puntare sulla qualità. La cortesia viene ricambiata: qui sono passati tutti i politici giunti in visita nei comuni terremotati e i manager impegnati nei grandi cantieri.

Basta attraversare i corridoi che dal bar conducono al ristorante per rendersi conto quanta gente è stata accolta in questo luogo. Dall’inaugurazione con Scovacricchi, «il presidente Pertini in visita nel Friuli nel 1983 si fermò a pranzo», ricorda Livio indicando le immagini anche di Spadolini e Fortuna.

Nella galleria fotografica c’è pure l’ex senatore Mancino e l’onorevole Piergiorgio Bersani con l’allora sottosegretario Cossica. Non manca il commissario straordinario di Governo, Giuseppe Zamberletti, l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e l’attuale presidente della Regione, Massimiliano Fedriga.

Le immagini raccontano una storia che va raccontata come esempio di speranza in una terra che ha saputo trasformare la tragedia del terremoto in un motore di sviluppo. Sull’onda di quell’entusiasmo l’hotel Carnia continua a rinnovarsi, perché qui vengono prima gli ospiti.

E la riqualificazione dell’albergo, con le sue 45 camere, è solo un esempio di cortesia nei confronti della clientela di ieri e di oggi. —


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto