I riconoscimenti più alti dello Stato a venti cittadini

Una festa «di tutti i cittadini, che assolvono ai propri doveri nelle varie attività e nei diversi campi», ma anche un modo per ricordare «la storia della Repubblica e tutti gli uomini e le donne che sono stati i protagonisti di pagine dolorose, come chi ha scelto di essere internato per rimanere fedele alla Patria». Così il prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo, dopo aver letto il messaggio del capo dello Stato, ha ricordato cosa rappresenti la ricorrenza del 2 giugno. Ieri, nella sala di rappresentanza della Prefettura di piazza I Maggio, affollata da autorità civili e militari, sono state consegnate una ventina di onorificenze al merito e medaglie d’onore concesse da Sergio Mattarella.
«Il 2 giugno 1946 – ha sottolineato il sindaco di Udine Furio Honsell – rappresenta insieme con il 25 aprile e il 1º gennaio 1948 (quando fu promulgata la Costituzione) una delle tre date più importanti della storia italiana. Il 2 giugno ’46 il Paese scelse la repubblica, ma fu anche eletta l’assemblea costituente che ha segnato la nostra storia. E la Costituzione, a distanza di quasi 70 anni, è ancora attuale». Dopo aver rivolto un pensiero ai padri costituenti friulani (tra questi Cosattini, Gino Pieri, Tessitori, Gortani) il sindaco ha esclamato: «Viva la Repubblica italiana». Il vescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, ha sottolineato «il contributo importante fornito dalla Chiesa cattolica», ma ha auspicato un confronto «molto serio» su pilastri «come la persona, la famiglia, il lavoro e l’attenzione ai più deboli». Dopo gli indirizzi di saluto del presidente del consiglio provinciale Fabrizio Pitton, del vicepresidente del consiglio regionale Paride Cargnelutti, dell’assessore regionale Mariagrazia Santoro e del presidente della Consulta studentesca Francesco Tognato sono state consegnati i riconoscimenti.
Sono diventati nuovi cavalieri della Repubblica Massimo Bassani, Gianantonio Cariglia, Francesco Frare, Arcangelo Lo Bianco, Gabriele Marini, Fabio Montena, Bruno Pellegrini,Paolino Puntel e Antonello Adriano Quattrocchi. Il titolo di ufficiale è stato attribuito a Edi Asquini, Venicio Luigi Asquini e Luigi Collavini (ieri non presente), mentre Giorgio Borean è stato nominato commendatore. Due le onorificenze pontificie: a Felice Marcello Prencipe e a Giovanni Toniatti Giacometti. Sei, infine, le medaglie d’onore consegnate a cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti: a Giovanni Battello (unico vivente) e ai parenti di Pietro Beltrame, Celso Deana, Valentino Deganis, Luigi Jelen e Vittorio Pezzarini.
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