I tanti «non ricordo» dell’assassino al pm

Interrogato per la seconda volta Silvano Cantarutti ha riproposto una versione dei fatti piena di lacune
Attimis 02 marzo 2013.Omicidio in Villa. Un uomo uccide la moglie..Nella foto il probabile assassino..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Attimis 02 marzo 2013.Omicidio in Villa. Un uomo uccide la moglie..Nella foto il probabile assassino..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

ATTIMIS. Non ricorda di averle preso il cellulare, nè di avere gettato fuori dalla finestra il pezzo dell’impugnatura della mazza da baseball adoperata per colpirla. Troppo arrabbiato o, forse, troppo ubriaco per mettere a fuoco quei momenti di incontenibile furia.

Ma dalla memoria di Silvano Cantarutti, il muratore di 51 anni accusato dell’omicidio della moglie Denise Fernella Graham, 43 anni, originaria di Antigua, pare non esserci traccia neppure di quel che seguì l’accoltellamento che, affondo dopo affondo - per un totale di 15 colpi - ne causò la morte. Black-out sul piumino con il quale ne avrebbe coperto il corpo, dalla testa ai piedi, dopo averlo steso accanto al letto.

Sottoposto a nuovo interrogatorio, dopo quello reso sabato, dopo il ritrovamento del cadavere, Cantarutti non ha dunque aggiunto alla confessione i particolari che gli inquirenti contavano invece di ricavare, risentendolo a mente lucida e a quasi una settimana dal delitto.

Assistito dall’avvocato Elena Antoniazzi, l’uxoricida - che da quel giorno si trova rinchiuso nel carcere di Udine - è stato incalzato per un’ora e mezza dalle domande del pm Maria Caterina Pace, titolare dell’inchiesta che lo vede indagato per omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio, e dei comandanti del Nucleo investigativo di Udine, capitano Fabio Pasquariello, e della Compagnia di Cividale, Pasquale Starace.

A quanto riferito dal procuratore capo, Antonio Biancardi, in merito alle ragioni che lo avrebbero spinto a uccidere la moglie, Cantarutti ha ribadito quanto detto fin dall’arresto. E cioè di avere reagito alle continue provocazioni della donna, che non avrebbe perso occasione per ingiuriarlo, usando toni che gli erano diventati intollerabili.

«Quale che sia la sua versione - ha affermato Biancardi -, poco cambia: il quadro, per quel che ci riguarda, è sostanzialmente chiaro». L’omicidio aveva avuto per teatro la villa di via Divisione Julia 9, nella quale la coppia abitava con la figlia 22enne e i genitori di lui, ed era stato compiuto al rientro di Denise a casa, attorno alle 13, dopo aveve incontrato un amico e consumato a sua volta almeno cinque bicchieri di vino.

Mercoledì, i carabinieri erano tornati sul luogo del delitto per un secondo sopralluogo, portando via il cuscino e le coperte sporchi di sangue. L’abitazione potrebbe essere dissequestrata nelle prossime ore.

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