Il 31 dicembre si scioglie la Pozzuolo

La data ufficiale in un’interrogazione del senatore Maran. Brutto colpo all’economia della città di Gorizia. Se ne vanno 400 famiglie
Bumbaca Gorizia 06.10.2010 Cerimonia Libano Brigata Pozzuolo - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 06.10.2010 Cerimonia Libano Brigata Pozzuolo - Foto di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. «Nei giorni scorsi è giunta l'ufficialità che in data 31 dicembre 2013 cesserà di esistere la brigata “Pozzuolo del Friuli”. Gorizia, città medaglia d’oro al valore, diverrebbe l’unica provincia della regione priva di una qualche presenza militare».

Ecco un passaggio dell’interrogazione parlamentare appena presentata dal senatore di Scelta civica Alessandro Maran, nella quale si indica per la prima volta nero su bianco la data ufficiale entro la quale scatterà lo scioglimento della brigata di cavalleria di stanza da anni nel capoluogo isontino.

Gorizia si troverà così a subire una grave perdita anche sotto il profilo demografico, visto che sul territorio risiedono circa 400 famiglie e 1200 abitanti la cui presenza è legata all’attività dei reparti alle dipendenze della “Pozzuolo”, a cominciare dal Comando di brigata, sito nella caserma “Guella” di piazza Cesare Battisti, e dal Reparto comando e supporti tattici, dislocato nella “Montesanto” di via Trieste.

Entro il 31 dicembre - secondo quanto indica Maran nella sua interrogazione indirizzata al Ministro della difesa - la cancellazione della brigata, già contemplata nell’ambito della riorganizzazione su base nazionale dell’esercito, diventerà realtà.

Ma il senatore isontino non intende gettare la spugna e chiede se il Ministro «non ritenga preferibile, nell’ottica di una corretta spending review, rivedere il piano di razionalizzazione della presenza militare nella regione, in modo da garantire almeno un reparto per ogni capoluogo - afferma Maran -. Specie se si considera che una soluzione in linea con gli obiettivi espressi dal precedente governo, che ha dato l’input della revisione della spesa, potrebbe essere costituita dal trasferimento a Gorizia di uno dei due reparti presenti a Trieste, il 2° Reggimento di cavalleria di Villa Opicina, attualmente ospitato in una struttura inadeguata e fatiscente. Lo spostamento del 2° reggimento nella sede di Gorizia, già ristrutturata e dimensionalmente adeguata, conseguirebbe l’efficienza ottimale del reparto».

Maran pone poi l’accento ancora una volta sugli effetti della chiusura della “Pozzuolo”: «Una perdita per Gorizia di oltre 1200 abitanti, perfettamente integrati nel tessuto sociale economico e residenziale della città e del mandamento, che produrrebbe squilibri per l’intero sistema dei servizi ed economico-sociale del capoluogo: asili, scuole, società sportive, mercato immobiliare, commercio, servizi alla persona».

Inoltre, il senatore isontino, stigmatizza l’ingente spreco di denaro pubblico che comporterebbe la cancellazione della brigata goriziana, visti gli investimenti da milioni di euro per gli edifici che ospitano la “Pozzuolo”: cucine totalmente rifatte, cabine elettriche nuove, alloggi nuovissimi, campi da calcetto, pallavolo, tennis, piano antisismico.

«Negli ultimi due anni - ricorda Maran - sono stati effettuati investimenti infrastrutturali pari a circa 2 milioni di euro, che diventano 5 se sommati agli altri interventi nei dieci anni antecedenti. I lavori eseguiti hanno reso le strutture militari all’avanguardia». Ma poi, lo scorso dicembre, dopo l’approvazione della legge delega, è scattata la riorganizzazione che ha portato alla soppressione della brigata e quegli edifici appena ristrutturati sembrano destinati a restare inutilizzati a partire dal prossimo anno.

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