Il bancario infedele deve scontare 10 mesi

UDINE. La polizia ha arrestato Fabrizio Leombruno, 48 anni, il bancario che l’anno scorso era stato accusato dalla Procura di Udine di aver fatto transitare somme di denaro dai conti correnti di anziani clienti ai suoi o a quelli di alcuni familiari.
I prelievi fraudolenti sono stati collocati tra il 2004 e il 2010, quando Leombruno aveva l’incarico di responsabile degli sportelli di Pasian di Prato e di piazza Belloni della Banca di Udine. Così il bancario sarebbe riuscito ad accumulare centinaia di migliaia di euro. L’uomo, originario della provincia di Napoli e residente a Udine, deve ora scontare la pena di dieci mesi di reclusione per furto aggravato. L’ordine di carcerazione, emesso nei giorni scorsi dal tribunale di Udine, è stato eseguito la scorsa settimana dalla Squadra mobile.
Il meccanismo utilizzato da Leombruno, secondo quanto erano riusciti a ricostruire gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, era semplice. Bastavano una firma falsa e un versamento e il gioco era fatto. Leombruno avrebbe così sottratto, in media, 10 mila euro ogni mese. Un flusso di denaro continuo, che sembra poi essere svanito nel nulla.
Le indagini dei magistrati friulani erano partite in seguito a una segnalazione della Banca d’Italia di Trieste avvenuta nel settembre del 2011. Ad accorgersi degli ammanchi, infatti, non erano stati i clienti, ma gli ispettori del servizio di controllo interno della banca. A insospettire gli uomini del servizio interno della Banca di Udine erano stati i versamenti di contanti sul conto del proprio dipendente. Una volta ricostruita tutta la rete dei “falsi prelievi” dai conti correnti di tre gruppi familiari, tutti di età piuttosto avanzata, e i successivi versamenti di contanti sui conti correnti intestati a Leombruno e ad alcuni suoi parenti, il servizio di controllo interno alla Banca di Udine ha inviato tutti i documenti alla Banca d’Italia nel luglio 2010. Contestualmente, il 12 luglio, Leombruno ha rassegnato le sue dimissioni lasciando l’incarico di responsabile di sportello. La Banca di Udine, a tutela dei suoi clienti, ha anche deciso di potenziare ulteriormente i controlli interni.
«Quando l’istituto si è accorto delle anomalie - aveva spiegato all’epoca l’avvocato Marco Zanon, del foro di Treviso, che ha seguito il caso per la Banca di Udine - è stata effettuata un’accurata indagine interna. La banca ha contattato i clienti e ha provveduto a restituire tutti i soldi sottratti dal dipendente infedele».
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