Il bimbo autistico che conquista il mare

UDINE. «Finalmente il mare, mamma. Qui nessuno sa del mio autismo». La foto postata su Facebook la dice lunga sul sospiro di sollievo di Luca (il nome è di fantasia ma la storia no), una volta approdato sull’arenile dopo i lunghi mesi di calvario sui banchi di scuola.
Luca ha terminato le elementari in una località del Medio Friuli e si prepara a entrare alle medie: con mille e una incognita. Ma intanto, il mare: uno spazio aperto dove le regole non sono così soffocanti; è sollevata anche la famiglia che comunque lo segue. Anzi, come dice la mamma, lo “monitora” costantemente.
Le “crisi” capiteranno comunque, ma con minore frequenza e intensità. La crisi, appunto: è la brutta bestia con cui una persona con autismo deve convivere e che se uno non conosce la patologia può scambiare per maleducazione.
«L’autismo non ha domeniche né lunedì, le crisi non mandano a dire – spiega la mamma –: si spegne il gas e si buttano i guanti sul lavello per mettersi a terra con lui. Dopo, è dispiaciuto: mi abbraccia e si scusa per non essere riuscito a controllarsi».
La famiglia ha alle spalle un lungo lavoro di informazione e di formazione, sa come prendere Luca in quei momenti: saper aspettare che passi, a volte buttarla sul ridere. Accettare quelle che per il senso comune sono bizzarrie e se insiste a uscire con un calzino rosso e uno verde, pazienza.
E nello stesso tempo guidarlo verso l’autonomia. Il ragazzino ha imparato a essere autosufficiente, ogni tappa una conquista, dallo sparecchiare la tavola al farsi la doccia senza allagare la casa. E così Luca in spiaggia può girare, gestire i suoi 5 euro in sala giochi, “monitorato” a distanza dal fratello.
Lui personalmente non ha amici, è una caratteristica della sindrome. Ma la famiglia è tutt’altro che isolata, basta leggere i commenti di approvazione e incoraggiamento sotto la foto di Luca al mare.
Non manca insomma una rete di affetto e solidarietà attorno al bambino, incoraggiato nel suo sforzo di integrazione, percorso costellato da molti episodi di incomprensione. La mamma di Luca lamenta di troppe ore fuori dalla classe, di intoppi strani per la gita.
Passi la raccolta di firme fatta dai genitori dopo che, abile com’è in informatica, eludendo i filtri s’è fatto il “corso di bestemmie”. Ma quel che non si comprende e fa soffrire è la distruzione del cartellone esposto sulla porta di casa il 2 aprile, giornata mondiale dell’autismo.
Sull’altro piatto della bilancia, l’aiuto efficace della Nostra Famiglia dove Luca ha passato i primi anni di scolarizzazione, l’associazione “Progetto autismo”, presieduta da Elena Bulfone (docente di sostegno e madre di un bambino autistico).
La “mamma coraggio”, mentre sulla sua pagina Fb segue l’iter parlamentare della legge sull’autismo, cita pure l’università di Udine e il professor Cottini, osservando che una buona scuola dovrebbe seguire queste preziose occasioni.
Già, la scuola: un pensiero che di tanto in tanto emerge, mentre Luca scorrazza felice in spiaggia, gioca e fa canestro, batte “cinque” con gli amici dicendo «Sono un autistico Vip!».
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