Il calciatore del Sassuolo, Acerbi: "Elia resta il mio “leone”, se n’è andato da guerriero"

San Vito: il giocatore, testimonial della “Partita da vincere”, ha scritto ai familiari del bambino mancato all'affetto dei suoi cari. Messaggio anche dal rapper Fedez. I funerali nella chiesa di Savorgnano

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Francesco Acerbi, il calciatore del Sassuolo e nell’orbita della Nazionale, non è potuto venire, ma ha fatto recapitare un messaggio. Gli è stato comunicato che il cuore generoso di Elia aveva smesso di battere.

È rimasto addolorato, un profondo dolore per la perdita di una persona importante. Acerbi, che ha affrontato e sconfitto la malattia, che ha lottato come il piccolo Elia, ha scritto ricordando il suo amico: «Elia è il mio leone, se n’è andato da guerriero».

Al palasport di Ligugnana si è disputata “La partita da vincere”, appuntamento benefico di cui Acerbi è testimonial. Un’iniziativa in memoria di Alessia e Daniele, due bambini di cui è vivo il ricordo: ma il pensiero era soprattutto per lui, per Elia Rosarin, il piccolo “leone di Savorgnano” mancato sabato all’affetto dei suoi cari.

La comunità sanvitese si è stretta attorno ai genitori, il padre Gianluca, dipendente di una ditta di trasporti, e la madre Alessandra Leorato. Un momento di raccoglimento dedicato ad Elia, il rosario nella chiesa di Savorgnano, dove oggi, lunedì 23 maggio, verranno celebrati i funerali.

Difficile non essere tristi. Difficile non piangere pensando a questa tragedia. Elia, però, non vorrebbe vedere i visi segnati dalle lacrime: i visi dei suoi familiari, degli amici, dei compagni di gioco e di scuola. Oggi sono riprese le lezioni, in un clima di mestizia alla quinta elementare di Prodolore, che l’undicenne frequentava con profitto. Lo ha comunicato la maestra.

Numerose le attestazioni di cordoglio giunte al familiari nella casa di via Pradival a Savorgnano. Un mesto andirivieni. Oltre alla maestra hanno lasciato un ricordo i compagni di classe. È giunto anche il messaggio di un altro suo amico “importante”, il cantante e produttore discografico Fedez.

La madre dell’artista ha fatto recapitare dal suo telefono privato un messaggio di condoglianze. Il rapper aveva invitato Elia a casa sua, a Milano, era stata una giornata stupenda che l’undicenne ricordava con immensa gioia. Così come quando Elia era volato a Parigi con i genitori, immortalato in uno scatto sotto la Torre Eiffel, oppure quando era salito sull’elicottero militare.

Il padre, Gianluca, non ha dubbi. «Mio figlio è stato il mio maestro di vita – ha raccontato trattenendo a stento le lacrime –. Mi ha insegnato praticamente tutto. Era il mio leone. Ci ha fatto immensamente piacere sapere, dalla maestra, che era stato promosso con tutta la classe. Lui ci teneva, era bravo».

Aveva una parola per tutti, e il sorriso sempre aperto. Gli piaceva il calcio e faceva il tifo per la Juventus. Era un leone, perché aggrediva la malattia, così come si fa con la vita quando non solo non regala nulla ma ti mette di fronte a scelte difficili.

Elia ha preferito lottare, anziché lasciarsi andare. Aveva intuito la scorsa settimana qualcosa. che quel sottile filo che lo legava alla vita si stava allentando. Aveva dato disposizione ai genitori di consegnare tutti i suoi giochi ai bambini. Oggi la comunità sanvitese gli renderà l’estremo saluto. Dopo le esequie la salma verrà tumulata nel vicino cimitero di Taiedo.

Scrive in uno dei suoi brani Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, rapper di particolare sensibilità artistica: “Quando la strada che prendi sembra sempre in salita, ti vorrei dire che va tutto bene... quando sembra finita e la speranza è svanita, ti vorrei dire che va tutto bene”. Oggi, da lassù, sembra quasi sia lo stesso Elia a volerci dire tutto questo.

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