Il campanone è tornato sulla torre
GEMONA. Il “campanone del castello” è ritornato a guardare Gemona dalla torre campanaria dell’orologio. Ieri in mattinata, gli operai impegnati nella riscostruzione del castello lo hanno, dopo quasi 37 anni, ricollocato nel suo sito “originario” e benedetto da don Federico Grosso.
Un momento emozionante che fa toccare con mano il veloce proseguimento dei lavori (che potrebbero essere già terminati nell’estate 2014) e, soprattutto, la convinzione che i gemonesi avranno presto indietro il proprio gioiello. Il campanone, caratterizzato da una fascia decorativa nella sua parte superiore e da due semplici linee a metà altezza, si riappropria quindi il sito che le spetta di diritto. Lo storico gemonese Mauro Vale ricorda che esso era dedicato ai Santi protettori di Gemona, San Antonio, San Tommaso e San Michele, affinchè difendessero la cittadina. Oltre ai santi, è raffigurata anche la Madonna, lo stemma del Comune e la scritta “his defensoribus glemona tuta”, ossia che “Gemona è sicura grazie ai suoi difensori”.
Prima del terremoto, la campana suonava alle 8, alle 12 e alla sera; inoltre, nelle giornate in cui era Convocato il consiglio comunale, continua Vale, risuonavano 30 rintocchi, uno per ogni consigliere, e poi suonava a distesa. Il forte contrasto del “reperto storico” con i cavi d’acciaio della nuova struttura non impedisce certo di essere riportati indietro nel tempo, ricordando o immaginando un passato che ormai non c’è più. Come nel caso dell’edificio delle carceri, la struttura della torre dell’orologio è pressochè terminata (manca il rivestimento in pietre).
Per quanto riguarda quest’ultima, si ricorda che sua costruzione, verosimilmente, si basa sulle fattezze dei restauri effettuati nella seconda metà del ’500, dopo un grande incendio che l’aveva colpita. Ancora più antica la memoria dell’orologio che vi era collocato, di cui documenti attestano l’esistenza già a partire dal ’300.
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