Il capo del personale: «Mai deciso di tagliare assistenza e tempo ad anziani e ragazzi»

«Avvocato, voglio parlare subito, ho bisogno di chiarire tutto con il giudice». Il responsabile del personale alla Sereni Orizzonti Federico Carlassara, 42 anni residente a Majano, non poteva più aspettare.
Lo ha comunicato venerdì pomeriggio al proprio avvocato Fausto Discepolo e lo ha ribadito, più che mai fermo nel proprio intento, ieri mattina quando, verso le 9.30, il furgone della polizia penitenziaria blu partito dal carcere di Tolmezzo è arrivato in via Spalato per accompagnarlo nell’aula magistrati dove il gip Mariarosa Persico e il pm Paola De Franceschi lo attendevano per l’interrogatorio di garanzia.
«Era fortemente provato dalla tensione» ha ammesso il suo legale. E l’ansia di chiarire la propria posizione ha sfondato l’argine precauzionale che tradizionalmente induce i difensori a dilazionare l’interrogatorio per poter prima approfondire le accuse mosse dalla Procura e le prove a carico degli indagati in attesa di approntare una strategia difensiva efficace.
Ma Carlassara aveva fretta di essere interrogato e di rispondere alle domande. Tant’è che, assieme al difensore di fiducia, è rimasto davanti al giudice, al sostituto procuratore e a due ufficiali della Guardia di finanza mentre il cancelliere e lo stenografo registravano tutti i passaggi di un racconto che si è snodato per più di due ore.
Jeans e camicia grigia, occhi cerchiati, Carlassara ha spiegato di non aver avuto alcun ruolo decisionale nelle condotte contestate.
«C’era tanto materiale, tanta carne al fuoco – ammette il legale – abbiamo cercato di dare una spiegazione a tutto, o meglio, a ciò che era possibile spiegare per il momento, per sommi capi abbiamo interpretato in maniera logica le condotte. Non ha negato di essere stato presente in numerose circostanze, ma ha assicurato di non aver mai deciso di tagliare tempi o assistenza agli utenti» mette in chiaro Discepolo.
Carlassara lavorava nella sede di via Vittorio Veneto, in qualità di responsabile dell’Ufficio del personale di Sereni Orizzonti 1 spa” dal 16 aprile 2018 ricopriva un ruolo operativo nella gestione del personale impiegato nelle diverse strutture rapportandosi nel suo incarico con i direttori delle residenze, con Massimo Blasoni e con i dirigenti d’area. Ma ha negato di aver avuto un ruolo in un possibile disegno volto a sottodimensionare il tempo per garantire l’assistenza ad anziani e a minori.
«Gran parte delle condotte contestate – è il racconto dell’avvocato – o sono frutto di errori materiali o sono difformità originate dalla complessità della materia, e comunque Carlassara non ha mai avuto un ruolo decisionale e nemmeno attivo circa le condotte contestate. Ha risposto a tutte le domande e lo ha fatto in maniera completa».
Un punto di vista che il sostituto procuratore ha mostrato di non condividere pienamente. Carlassara è uscito dal carcere alle 14.30, scortato dalla polizia penitenziaria che lo ha riaccompagnato a Tolmezzo, il capo coperto dal giubbotto per proteggersi dagli scatti dei fotografi e da alcuni curiosi che attendevano fuori.
Al termine dell’interrogatorio il suo legale ha presentato istanza di revoca della custodia in carcere e l’applicazione di una pena meno afflittiva. Il gip Mariarosa Persico si è riservata la decisione, ci vorranno altri cinque giorni per sapere se Carlassara potrà tornare a casa, magari sottoposto agli arresti domiciliari.
Non ci sarebbero più, secondo il difensore, le esigenze per una custodia in carcere: non la reiterazione del reato, non il pericolo di fuga, e nemmeno l’inquinamento delle prove, visto che attraverso indagini delegate la Guardia di Finanza ha infatti sequestrato ampio materiale probatorio. Le indagini condotte dalle Fiamme gialle udinesi sono scaturite da una verifica fiscale condotta nella primavera del 2018. Fu così che prese il largo la maxi-inchiesta che ha portato a otto misure cautelari e al sequestro preventivo ai fini della confisca di 10.113.568,26 euro.
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