Il cardinale ritrova il nonno a Udine

Visita privata di Beniamino Stella, braccio destro del papa, per visitare la tomba al Tempio Ossario

UDINE. La telefonata è arrivata, inattesa, nel giorno del Venerdì Santo. Da una parte della cornetta, la voce sorpresa di don Plinio Galasso, parroco di San Nicolò al Tempio, dall’altra, quella gentile del cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione del Clero e braccio destro del pontefice: terminate le celebrazioni della Pasqua - gli ha annunciato dal Vaticano -, si sarebbe congedato da Papa Francesco e dalla loggia di San Pietro sarebbe partito alla volta del capoluogo friulano.

Una visita tanto improvvisa, la sua, quanto sognata e sentita. Perchè a Udine, in una tomba posta nella cripta del Tempio Ossario, è conservata la salma del suo nonno materno. Di quel Giovanni Pederiva, cioè, di cui tutti, a cominciare dalla vedova Angela, avevano sempre parlato con inconsolabile dolore come di uno dei tanti «dispersi» in guerra. Non era così e lo si è scoperto soltanto adesso, a 97 anni dalla sua morte, grazie agli archivi pubblicati on-line in occasione delle commemorazioni per l’anniversario della Grande Guerra.

Il lieto fine di questa ennesima storia di lacrime e lutti è stato scritto nel lunedì di Pasquetta, nel corso di un incontro che, per volere dello stesso cardinale, si è svolto in forma strettamente privata. Non a caso, per raggiungere Udine, don Beniamino - come il porporato ha chiesto di essere chiamato, nella conversazione tenuta con don Plinio, al posto del ben più cerimonioso appellativo di Eminenza - si è accontentato di una Panda. Insieme a lui, soltanto i fratelli, qualche altro parente e un centinaio di concittadini giunti con loro da Pieve di Soligo.

Si spiega così anche la scelta di lasciare a casa la stola rossa e gli altri paramenti e di rinunciare ai saluti ufficiali con le autorità civili e, tantomeno, con quelle religiose. Nessuna ufficialità, insomma, per una visita finalizzata soltanto a riabbracciare l’amato nonno e dedicare alla memoria sua e di tutti gli altri Caduti in battaglia la propria commossa preghiera.

Sono stati lo stesso don Plinio e Vincenzo D’Este, che del Tempio Ossario cura l’amministrazione, ad accoglierlo e accompagnarlo attraverso i meandri del Sacrario. Ed è toccato poi all’architetto Francesco Mattini, suo tutore artistico, illustrare agli ospiti l’iter che, dalla posa della prima pietra, nel 1925, portò 15 anni dopo all’inaugurazione e alle successive sistemazioni dell’imponente monumento nazionale. Poi, in fila nei lunghi bracci della cripta e in posa sulla scalinata di piazzale XXVI luglio, le foto di gruppo e le tante strette di mano. A suggello di una giornata destinata a restare scolpita nel cuore del cardinale Stella, che a Udine ha finalmente potuto restituire pace a quell’ansia di ricerca di un nonno vissuto sempre e soltanto nei ricordi e nei racconti di nonna Angela.

Del soldato Giovanni Pederiva, classe 1882, padre di sei figli, partito per il fronte del Carso e mai più tornato nella sua casa di Col San Martino, in provincia di Treviso, si erano completamente perse le tracce. Non, però, le speranze di ritrovarlo. Qualche tempo fa, la sospirata svolta: ferito nell’11^ battaglia dell’Isonzo e deceduto nel settembre del 1917 nell’ospedale di guerra di Soleschiano di Manzano, dove era stato ricoverato, fu sepolto a Udine. Accanto a migliaia di altri sfortunati militari.

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