Il Carnevale delle Valli del Natisone si veste di stracci e fiori

UDINE. Ci saranno i Blumari, i Petelin, la Kakuoša e non mancheranno l’Anjulac e lo Zluodi. Ma soprattutto ci saranno i Pust: sono loro a dare il nome a una festa che, nelle Valli del Natisone, è transnazionale per natura. Ed è un carnevale popolato di figure animalesche e antropomorfe, arcaiche e talvolta misteriose. Il Carnevale delle Valli, infatti, è diverso da tutti gli altri, per la sua ritualità e soprattutto per le sue maschere così marcatamente simboliche, tra le quali ricorre il Pust che veste pantaloni, giacca e cappello ricoperti di stracci colorati e rappresenta così l’imminente arrivo della primavera, anche se in ogni paese la maschera è personalizzata e inscena diverse ritualità.
La festa comincia sabato a San Pietro al Natisone, e domenica si svolgerà “La grande sfilata” (Pusta Parada) per le vie del paese (inizio alle 14) con più di venti gruppi mascherati partecipanti, provenienti da Friuli e da Slovenia, ma anche dall’Abruzzo.
Un po’ più a nord, nell’incantevole area di Pulfero (comune costituito da un insieme di piccole frazioni) in pochi chilometri le maschere assumono connotazioni ben diverse. A Rodda i Pust sono particolarmente birboni, scherzano con grandi pinze di legno e accompagnano di casa in casa il Diavolo (Zluodi), a malapena trattenuto dall’Angelo (Anjulac). A Mersino, accanto ai Pust ci sono le belle figure dal cappello infiorato e ornato di nastri che coinvolgono un gallo (Petelìn) e una gallina (Kakuoša) giganteschi in maliziosi assalti.
A Montefosca, la fine del carnevale (domenica 3 marzo) è sancita dall’antica corsa dei Blumari. Giovani del paese vestiti di bianco, con campanacci legati alla schiena e il copricapo a forma di albero, percorrevano un anello attorno al paese, per risvegliare la primavera e sancire il loro passaggio all’età adulta. Ancor oggi sono loro gli apripista di una corsa campestre aperta a tutti. (vallidelnatisone. eu).
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto