Il caso: bambini parlano a casa, muti fuori

Si chiama mutismo selettivo, è la patologia che colpisce i bambini di tutte le età. Il fenomeno è in crescita anche in Friuli e l’Aimuse (Associazione italiana mutismo selettivo) prova a...

Si chiama mutismo selettivo, è la patologia che colpisce i bambini di tutte le età. Il fenomeno è in crescita anche in Friuli e l’Aimuse (Associazione italiana mutismo selettivo) prova a sensibilizzare soprattutto il mondo della scuola, dove i ragazzi scontano le maggiori difficoltà.

Il tema sarà affrontato sabato, alle 10, all’istituto Stringher. Qui l’Aimuse ha convocato psicologi, insegnanti e genitori per analizzare assieme come si può ridare serenità ai bambini che se a casa non hanno difficoltà a esprimersi, all’esterno non c’è verso di farli parlare. Un blocco gli impedisce di affrontare le interrogazioni orali e di iscriversi all’università. «Mi figlio non parla né con i professori né con i compagni» racconta la mamma di un ragazzo che da anni ormai affronta il problema in solitudine. «Sono ragazzi che non praticano sport - insiste -, che nelle ore di palestra si nascondono per saltare le lezioni e che rifiutano qualsiasi luogo affollato». Un malessere troppo spesso ignorato che provoca attacchi d’ansia e crisi di panico. Impossibile capire qual è la causa scatenante: «È una patologia che colpisce indistintamente e che spinge chi ne soffre a usare le persone come trasmettitori di parole». E se si considera che molte volte questi ragazzi non vengono affiancati dagli insegnanti di sostegno, le loro carriere scolastiche risultano fortemente compromesse dai loro stessi silenzi.

Sabato, dicevamo, il problema sarà sviscerato dalla psicologa, Emanuela Iacchia, dalla Neuropsicomotricista, Nadia Botte, e da una mamma, Claudia Marcolongo. Non mancheranno gli interventi della dirigente scolastica, Anna Maria Zilli, dal rappresentante locale dell’Aimuse, Roberto Piccinin, e dalla presidente nazionale, Elisa Marchio.

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