Il caso di una palestra a Trieste: trenta contagiati, gestore compreso

TRIESTE. Un focolaio con oltre 30 positivi è stato individuato in una palestra triestina, la Movin’Up di via Svevo. La struttura è chiusa dagli inizi di ottobre dopo il tampone che ha confermato il primo caso di Covid: da allora Asugi ha provveduto a verificare operatori e utenti portando alla luce un epicentro di proporzioni rilevanti. Lo riporta Il Piccolo.

Il presidente e responsabile legale della palestra, Christian Zidarich, racconta la dinamica dei fatti: «Dal 30 settembre io ero in auto isolamento per quella che ritenevo essere un’influenza - spiega -. Poi sabato 3 ottobre ho ricevuto comunicazione da parte di una dei nostri soci, un’infermiera, della sua positività al coronavirus: mi ha chiamato dicendo che il Dipartimento di prevenzione mi avrebbe contattato».

Prosegue il gestore della struttura: «La domenica eravamo chiusi, quindi il lunedì mattina non senza disguidi son riuscito a contattare di mia iniziativa il Dipartimento. Inizialmente mi avevano detto di non fare allarmismo perché la persona risultava esser entrata in contatto solo con pochi corsisti, e che avrebbero fatto un sopralluogo».

La Movin’ Up ha quindi fornito la lista della decina di individui che aveva seguito un corso assieme all’infermiera il venerdì sera: «Avevamo i dati perché ora ai corsi si accede solo su prenotazione - dice Zidarich -. Abbiamo comunque deciso di chiudere da martedì, sebbene non ci fosse stato imposto».

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Pochi giorni prima della comunicazione dell’infermiera, lo stesso gestore si era sottoposto al tampone, che dopo la chiusura della palestra è risultato essere positivo: «A quel punto ho contattato tutte le persone che hanno frequentato i corsi dal 28 settembre al 5 ottobre», spiega Zidarich.

Da quel momento quindi sono iniziati i tamponi su tutti gli iscritti: inizialmente i positivi sembravano essere 10-15, ma con l’accumularsi degli esiti il numero è salito in modo considerevole. Conclude Zidarich: «Ci tengo a sottolineare che abbiamo sempre seguito le regole: il sopralluogo di Asugi non ha rilevato irregolarità e sinceramente non credo che nessuno sia venuto in palestra con sintomi».

Racconta uno dei clienti della palestra, risultato positivo al tampone: «Mi sembra ci sia di mezzo la sfortuna. Le regole venivano sempre rispettate e gli attrezzi sanificati di volta in volta. Probabilmente - prosegue - siamo stati infettati da un asintomatico. Non appena il problema è emerso siamo stati avvisati e i gestori hanno chiuso la palestra volontariamente. Io sto bene, mi risulta che qualcuno abbia avuto la febbre, ma nessuno sta malissimo».



La Regione, che non aveva mai segnalato il caso della Movin’Up nei report quotidiani su contagi e tamponi, ieri ha confermato la consistenza del focolaio individuato all’inizio del mese. Il vicepresidente regionale con delega alla Sanità Riccardo Riccardi dice: «A noi risultano più di trenta positivi ormai».

Secondo l’esponente della giunta Fedriga, in ogni caso, l’episodio non giustifica misure drastiche per le palestre: «Non si tratta qui di trovare dei colpevoli, ma di esaminare i fenomeni per come si presentano di volta in volta. Il nostro orientamento è che le attività economiche vadano protette, nel rispetto delle norme di sicurezza».

Commenta infine il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza: «Non sapevo di questo caso in particolare, ma il consiglio che mi sento di dare a tutti è di rispettare tutte le ordinanze regionali e i decreti del governo. Con un po’ di prudenza e accortezza potremo uscire anche da questa situazione terribile».
 

 

 

 

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