Il caso Tarcento, case comunali negate ai profughi ucraini. Il sindaco: “Alloggi non arredati e inagibili”
Bocciate le mozioni che chiedevano di ospitare i profughi negli edifici dell’ente. Steccati rispedisce al mittente le accuse, definendole strumentali: «Dirò di più: in questo momento non ci metterei neppure un cane, là dentro»
TARCENTO. Il capogruppo del centrosinistra, Walter Tomada, evoca la medaglia d’oro al valor civile assegnata nel 2002 per «la grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile» dimostrata da Tarcento nei mesi successivi all’Orcolat. «E fa specie che questa comunità – aggiunge –, che si è sempre contraddistinta per la solidarietà, neghi ospitalità negli alloggi comunali ai profughi ucraini».
Rincara la dose Riccardo Prisciano, un tempo nello stesso partito del sindaco Mauro Steccati (Fratelli d’Italia) e oggi suo deciso oppositore in aula, dopo averlo affrontato da rivale alle elezioni: «Il capogruppo di Fdi Andrea Premoselli e poi anche lo stesso sindaco e il vice Luca Toso hanno specificato che se dei privati o delle associazioni del terzo settore vogliono accogliere i rifugiati ucraini, lo facciano ma a loro spese: gli appartamenti comunali sfitti andranno venduti, piuttosto che esser destinati ai profughi ucraini. Proporre di ammassare in uno stanzone madri con bambini che scappano dalla guerra e tenerli lontani dalla città è ciò che di più brutto potesse udirsi in quest’aula consiliare, poiché lede ogni principio di dignità della persona che, invece, la nostra Costituzione garantisce».
Echi della polemica che ha investito l’ultimo Consiglio comunale, con la bocciatura da parte della maggioranza delle due mozioni (presentate da Maurizio Petri e dallo stesso Prisciano) che chiedevano alla giunta di mettere a disposizione gli alloggi di proprietà comunale inseriti invece nel piano delle alienazioni. Si tratta di tre appartamenti sfitti in via Frangipane 2 e in via Morgante (civici 25 e 30) che l’amministrazione comunale intende cedere. Una polemica che non accenna a placarsi.
Il sindaco rispedisce al mittente le accuse, definendole strumentali: «I tre alloggi non solo non sono arredati, ma sono in condizioni tali da non poter essere fruibili senza un preventivo intervento di sistemazione. Dirò di più: in questo momento non ci metterei neppure un cane, là dentro», dichiara tranchant, aggiungendo che «il Comune è in costante contatto con la Prefettura e sta coordinando le attività di accoglienza di concerto con le associazioni e i privati che sul territorio hanno fornito la propria disponibilità: attualmente sono quaranta gli ucraini accolti a Tarcento e ci sono parecchi posti letto a disposizione, anche grazie a tre albergatori che hanno messo a disposizione a prezzo calmierato, coperto da alcuni imprenditori, le stanze delle proprie strutture. Senza contare che abbiamo già allestito con letti e servizi la sede della Protezione civile». Non basta per le opposizioni.
Ancora Tomada contesta lo stesso piano delle alienazioni, che già un paio d’anni fa aveva portato alla vendita di due appartamenti dello stesso complesso via Morgante al centro della polemica di questi giorni, «a quasi la metà del valore di mercato», dopo alcuni tentativi andati a vuoto: «Ho i miei dubbi su questa procedura e mi sembra che questo Comune si comporti talvolta più come un’agenzia immobiliare che come un ente al servizio dei cittadini».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto