Il centro commerciale Sintesi si svuota L’Ascom: fateci la cittadella universitaria
Martina Milia
Il centro commerciale Sintesi perde pezzi, dopo la chiusura di Ovs, e apre una riflessione su quello che potrà essere il futuro di alcuni immobili realizzati sull’asse della Pontebbana e oggi non più attrattivi per i consumatori. Come riconvertire il patrimonio ed evitare cattedrali nel deserto o, peggio, luoghi di degrado? Un’idea precisa ce l’ha il presidente di Confcommercio, Alberto Marchiori che, proprio ieri, ha discusso con la proprietà dell’immobile di quelle che potrebbero essere le prospettive.
«Considerata la posizione logistica, quell’immobile – previa variante urbanistica – potrebbe essere convertito in aule universitarie o in un campus vero e proprio, con alloggi, aule studio, biblioteca». Secondo Marchiori il dimensionamento della grande distribuzione in provincia è stato sbagliato «perché c’era la corsa a far fruttare il più possibile le aree edificabili». Oggi va ripensata la politica del commercio, anche con la collaborazione dei proprietari dei muri «per cui bene la scelta del Comune di premiare chi abbassa i canoni d’affitto e far pagare Imu più alta a chi invece tiene i locali vuoti, ma anche qui servirebbero dei criteri in grado di distinguere chi effettivamente li tiene sfitti perché pretende una rendita alta e chi invece non affitta perché non trova nessuno disponibile».
Gli immobili vuoti rischiano di creare degrado «e per questo servirebbe una legge nazionale che consenta ai Comuni anche di abbattere i ruderi abbandonati». Il tema del degrado preoccupa il presidente di Confesercenti Mario Marini, che sottolinea come «la desertificazione di grandi immobili può creare degrado. Purtroppo la crisi della grande distribuzione nasce da una errata programmazione di cui oggi paga le conseguenze la città e i cui responsabili hanno nome e cognome».
Il consigliere di Pn 1291, Marco Salvador, chiede alla giunta Ciriani «di impegnarsi a deliberare delle linee di indirizzo per non rinnovare alla scadenza le concessioni edilizie inerenti alle aree commerciali della media e grande distribuzione all’esterno dell’Ipercentro che non sono state attivate, preservando anche la possibilità della restituzione degli oneri precedentemente versati». L’assessore Emanuele Loperfido, che già dai banchi dell’opposizione contestava lo sviluppo della grande distribuzione, ricorda che questo è già stato fatto: «Una delle prime decisioni prese, come amministrazione, è stata proprio bloccare, laddove la legge ce lo consentiva, le previsioni di piano extraring. Abbiamo inoltre spostato cubi e piani di sviluppo sull’area del centro storico naturale, dove il commercio ha una funzione sociale. Dispiace comunque che si creino cattedrali nel deserto ed è corretto ragionare su possibili riconversioni partendo dai bisogni che ci sono e che non sono di servizi legati al commercio in quella zona. L’università rappresenta una domanda, ma penso anche allo sport, per esempio allo stadio. Quanto al raddoppio del Meduna è evidente che dopo il 2021 quella previsione sparirà». —
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