Il circo piange “Toni” Zavatta artista che divertiva i bambini

I bambini di Udine e gli anziani delle case di riposo hanno perso uno dei loro beniamini Antonio Zavatta, conosciuto da tutti come Toni, vinto a 73 anni da una malattia.
Figlio di circensi, di quel circo Zavatta che nei primi decenni del secolo ha animato tendoni e piazze del Nord Italia (Veneto in particolare), cresciuto con i ragazzi di don Emilio de Roja dove imparò a destreggiarsi con vari mestieri, fece suo il percorso di uomo da circo imparando a suonare chitarra e organetto, animando le marionette e soprattutto presentando giochi di prestigio e di destrezza con cui stupiva grandi e bambini.
«Quanti di noi si ricordano – racconta Sergio De Prophetis – i capannelli attorno al suo spettacolo, vuoi in una piazza o sotto il tendone di una sagra: i bambini erano la sua felicità, la famiglia che lui non aveva mai avuto, anche perché verso i trent’anni decise di rifugiarsi tra il verde del Cormor alle porte di Udine dove si costruì una capanna di legno in cui visse operoso, tra piante selvatiche (che raccoglieva e regalava agli amici), il suo cane, i suoi gatti, la chitarra e l’organetto».
«Se c’era bisogno di qualche piccola manutenzione in casa – prosegue – si chiamava Toni, se c’era bisogno di animare una festa di compleanno si chiamava Toni, se c’era bisogno di una serata tra amici cantando le canzoni della gioventù si chiamava Toni: lui aveva l’orecchio musicale, senza mai aver studiato musica, gli bastava ascoltare un po’ di volte una canzone e la ripeteva tale e quale con l’organetto».
Cresciuto in un orfanotrofio come i suoi quattro fratelli, poi in collegio e poi in ambienti di periferia, «la sua vita è stata un’opportunità di svago e divertimento per migliaia di bambini ed adulti – conclude l’amico –. Era forse uno degli ultimi artisti di strada attivi nella nostra terra, mentre il nostro mondo quotidiano ama divertirsi sugli schermi al plasma e con la realtà aumentata che adombra e confonde la realtà naturale. Toni ha avuto il merito di lasciare in noi un bagaglio di ricordi belli». —
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