Il circolo MissKappa: «L’integrazione si crea attraverso il confronto»

«Crediamo fortemente che l’integrazione si crei attraverso il confronto e il dialogo con l’altro. La paura di chi è diverso da noi è insita nell’essere umano e la comprendiamo. Ma la descrizione che troppo spesso viene fatta dei richiedenti asilo è agghiacciante. Sono esseri umani, giovani e impauriti anche loro». Antonella Fiore, presidente Arci Udine, e socia attiva del circolo MissKappa di via Bertaldia, esce allo scoperto. Lo fa descrivendo l’altro volto del quartiere di viale Ungheria che in questi giorni è insorto contro le risse, gli assembramenti e i presunti spacci di droga. Lo fa prendendo le difese del circolo che spesso è stato additato, tra le righe, come causa che ha portato in quella zona i profughi. «Il nostro – questo è il suo messaggio – è un presidio culturale contro il degrado».
«A settembre 2015 abbiamo deciso di ospitare le lezioni di italiano che l’associazione Ospiti in Arrivo teneva prima al parco Moretti – racconta –. Abbiamo dato a quella scuola un tetto e un riscaldamento». La scuola si svolge tre volte a settimana, lunedì, giovedì e venerdì dalle 16 alle 18. «I ragazzi in quelle giornate aspettano fuori dal circolo con il quaderno in mano – continua -. Quando entrano sistemano le sedie e i tavoli, imparano con entusiasmo e passione. Imparano a conoscere la nostra cultura, si confrontano, si confidano, piangono, perchè il dolore che vivono è tanto. Abbiamo dato loro la possibilità anche di giocare a calcetto, ascoltare la loro musica e parlare con tutti noi».
Il circolo chiude a mezzanotte e mezza, ed è cura degli stessi responsabili del circolo, riferiscono, riaccompagnare i ragazzi a casa. «Sono donna e non ho mai avuto paura - dice Antonella -. Non mi sono mai sentita accerchiata e guardata male».
Durante l’estate l’associazione ha anche organizzato molte iniziative nel parco “Vittime delle Foibe”, concerti, spettacoli teatrali e ospitato l'europarlamentare Elly Schlein. «Abbiamo deciso per un periodo – precisa Antonella Fiore – di lasciare aperto il wifi e, dopo avere indetto un’assemblea pubblica nel parco abbiamo deciso di limitare l’accesso alla banda larga solo a 15 persone e di spegnerla in alcuni orari. Perchè ascoltare gli altri e capire le esigenze di chi abita in quelle strade lo abbiamo ritenuto fondamentale».
Eppure i problemi restano, lo scontro con i residenti e i commercianti è ancora alto. «Quell’assembramento fuori dal circolo prima e al termine delle lezioni di italiano non deve spaventare solo perchè i volti e gli abiti di quei ragazzi sono diversi dai nostri – dice la presidente –. L’equazione rifugiato uguale sporcizia, alcol e criminalità è falso. Noi siamo pacifisti e crediamo fortemente che l’integrazione si crei attraverso il confronto e il dialogo con l’altro. Con le nostre iniziative e la scuola abbiamo semplicemente cercato di colmare il vuoto istituzionale dell’accoglienza che non funziona».
Altro discorso è invece la delinquenza e lo spaccio. «Pensiamo che l’analisi da fare sia molto più ampia. La debolezza di alcuni, il non credere in nulla, il non avere speranza, l’essere soli e senza prospettiva rischia di generare profondo disagio. Dobbiamo evitare – è l’appello – che ciò accada e stare attenti a fare analisi che mettano insieme tutto e tutti». «Facciamo fatica – conclude la presidente dell’Arci – a essere società civile, facciamo fatica a costruire ogni giorno le nostre attività sul territorio e in questa città, ma non ci arrendiamo e non ci arrenderemo di fronte alle critiche. Non si risolve nulla nascondendo i migranti in una grande caserma».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto