Il colonnello Nicoletti al comando in città del Reparto operativo

Salvò una ragazzina sequestrata. Sua l’indagine su Tassitani Arriva da Treviso, dove ha guidato per dodici anni il Nas
CUPELLARO TREVISO CONFERENZA STAMPA DAI CARABINIERI PER OMICIDIO DI DA SALVA RIBEIRO MATTEUS, IN FOTO DA SX. STEFANO BALDINI E VINCENZO NICOLETTI agenzia fotografica fotofilm
CUPELLARO TREVISO CONFERENZA STAMPA DAI CARABINIERI PER OMICIDIO DI DA SALVA RIBEIRO MATTEUS, IN FOTO DA SX. STEFANO BALDINI E VINCENZO NICOLETTI agenzia fotografica fotofilm

Dopo 12 anni di servizio a Treviso il tenente colonnello dei carabinieri Vincenzo Nicoletti oggi farà il suo ingresso a Pordenone, quale nuovo comandante del reparto operativo provinciale. Negli ultimi sei anni ha guidato il Nas, Nucleo antisofisticazione di Treviso competente anche nelle province di Venezia e Belluno. Sotto il suo mandato sono stati messi a segno innumerevoli sequestri: sigilli a tonnellate di cibi avariati e vini contraffatti, come le bottiglie di finto prosecco. Tra le ultime operazioni le indagini intensificate nei ristoranti etnici dove si serve Sushi le cui alghe hanno portato una ventina di persone all’ospedale. Molte indagini condotte dal tenente colonnello hanno suscitato una vasta eco sui media: fra queste la vicenda del finto ginecologo, al secolo il geometra Andrea Stampini, stanato dopo 40 anni di esercizio abusivo della professione. Poi c’è stato il caso legato ad Emanuela Petrillo, la dipendente sanitaria finita nella bufera mediatica e giudiziaria con l’accusa di non aver somministrato le dosi di vaccino a centinaia di bambini nella veste di assistente sanitaria per l’Ulss 2 e prima ancora in Friuli. Il processo alla Petrillo è ormai alle porte. Ma già nel suo primo incarico quale comandante del Nucleo investigativo, Nicoletti aveva fatto parlare di sé, coordinando le indagini del caso Tassitani, la donna, figlia di un notaio castellano, sequestrata, uccisa e poi smembrata dal suo rapitore in un appartamento della periferia di Bassano del Grappa.

A lieto fine invece l’altra vicenda che sta a cuore al colonnello Nicoletti, quello della ragazzina cinese sequestrata da connazionali a Vedelago e liberata dai carabinieri a Milano. A guidarli Nicoletti che è stato comandante nel Nucleo per quattro anni, prima di passare alla divisione Unità mobili di Villa Margherita e poi ai Nas che con lui si spostarono all’interno del parco di Sant’Artemio, accanto agli uffici della Provincia.

Nicoletti, classe 1967, è nato a Caltanissetta, si è trasferito da bambino a Palermo, ha una laurea in giurisprudenza e l’abilitazione alla professione di avvocato. Nel 2007 è approdato a Treviso, un città a cui si sente molto legato. «Sono stati 12 anni di esperienze che mi hanno arricchito dal punto di vista professionale, nonostante provenissi già da 15 anni di lavoro al comando in delicati reparti investigativi tra Palermo e Reggio Calabria».

Del resto a Treviso Nicoletti confida d’aver trovato tutto sommato «una realtà locale che non può non considerarsi sicura da un punto di vista della criminalità». Loda anche sanità e imprenditoria a cui attribuisce una «efficienza effervescente». Il Nas di Treviso opera relazionandosi con vari enti, a seconda del settore di intervento: comuni, province, Regione, aziende sanitarie. Con tutti il tenente colonnello assicura d’aver avuto un ottimo rapporto.

Non si pente d’aver scelto la Marca trevigiana 12 anni fa e la scelta di rimanere – precisa – è stata dettata anche da ragioni familiari, poiché «qui si vive bene e ho deciso che pur lavorando a Pordenone, non cambierò casa, ma rimarrò con la mia famiglia ad abitare nella terra di cui mi sono innamorato». –

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