Il Comune di Udine al gay pride: "No all’omofobia"

Palazzo D’Aronco ha patrocinato il raduno del popolo Lgbt del Triveneto. L'assessore Pizza sfila con la fascia a Treviso. Honsell: dopo Orlando affermiamo i diritti civili

UDINE. Il Comune di Udine ha partecipato al gay pride del Triveneto. L’amministrazione di palazzo D’Aronco, come il Comune di Pordenone e la Regione, ha patrocinato l’iniziativa e delegato l’assessore alla Mobilità, Enrico Pizza, a sfilare con la fascia tricolore contro l’omofobia a Treviso.

È stato un modo per rinvigorire la battaglia sui diritti civili che da sempre caratterizza il capoluogo friulano. L’ha annunciato direttamente il sindaco, Furio Honsell. Ma come sempre la questione fa discutere maggioranza e opposizione.

E scoppia la polemica: sbagliato sostenere l’evento

Detto che il gay pride ha chiamato a raccolta il popolo Lgbt del Triveneto e quindi anche del Friuli Venezia Giulia, da dove sono partite una settantina di persone, il Comune non ha voluto mancare perché, fa sapere il sindaco, «Udine si è sempre impegnata per l’affermazione dei diritti civili delle persone omosessuali».

Senza contare che dopo la strage di Orlando, negli Usa, il significato della manifestazione si è rafforzato. «In momenti come questi - aggiunge il sindaco -, dove il mondo gay, lesbiche, bisessuali e transessuali vengono fatti oggetto di violenza come nel recente e tragico attentato a Orlando, è importante affermare i diritti di libertà civili delle persone omosessuali».

Questo è anche il motivo per cui Udine «ha deciso di partecipare con un rappresentante della propria giunta al Gay pride». La presenza di Udine a Treviso, quindi, era inevitabile secondo il sindaco convinto che «il diritto dei cittadini è essere se stessi. In questo momento - ripete Honsell - sono doverose le affermazioni contro l’omofobia, la violenza e la diversità».

Su questo punto la coerenza del sindaco è esemplare: fin dalla sua prima elezione ha sempre dato priorità alle battaglie per i diritti civili. Il caso Englaro e la registrazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero, sono solo alcuni esempi.

Honsell registrò l’unione tra Adele Palmeri e Ingrid Owen, sapendo di andare contro il parere del prefetto che poi ha dovuto nominare un commissario ad acta per annullare l’atto sul registro di stato civile. Nonostante ciò, Honsell ha continuato a sollecitare una legge per riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso e ora che il Parlamento l’ha approvata, attende i decreti attuativi per dare una risposta a chi gli chiede di registrare le unioni gay.

«Appena sarà possibile effettuerò le trascrizioni» ripete il primo cittadino facendo notare che per farlo è necessario istituire un nuovo registro. Le unioni, così come sono state definite dalla legge, non possono essere trascritte nel registro dei matrimoni».

Intanto, l’assessore Pizza ha sfilato tra migliaia di persone. Le stime parlano di tre mila in calo rispetto alle previsioni che puntavano su sei mila partecipanti. Numeri a parte, simbolicamente l’assessore ha portato la solidarietà del Comune a tutti i gay e alle lesbiche finiti nel mirino degli omofobi.

Pizza ha interpretato anche il pensiero del sindaco: «Dopo Orlando - sostiene - stiamo vivendo un momento di violenza contro gli omosessuali che noi condanniamo in modo esplicito. Noi abbiamo sempre riconosciuto il diritto dei cittadini di essere se stessi a prescindere dagli orientamenti sessuali. Ecco perché continuiamo ad affermiamo la nostra contrarietà all’omofobia, alla violenza e alla diversità».

Pizza, raggiunto telefonicamente a Treviso, aveva preso contatti con il comitato organizzatore e si preparava a sfilare, assieme ad altri assessori delle amministrazioni del Triveneto, lungo le vie della città veneta. L’ha fatto tra i carri con la bandiera americana e sotto l’occhio attento delle forze dell’ordine che hanno monitorato la situazione. «Controlli - ha sottolineato Pizza - a tutela della manifestazione».

Soddisfatto il presidente di Arcigay Friuli, José Ignacio Quintana Vergara detto Nacho: «Udine e Pordenone sono da tempo impegnate nella lotta per l’uguaglianza».

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