Il consiglio dell’immunologo: «Niente paura, meglio prevenire»

Marco De Carli rassicura: le reazioni avverse, possibili in ogni terapia, sono comunque rare. Va considerato che anche l’epidemia miete vittime, soprattutto tra anziani e malati cronici

UDINE. «Le reazioni avverse sono sempre possibili per qualsiasi genere di terapia. E’ necessario quindi valutare se sia preferibile esporsi al rischio influenza ed alle sue complicanze, anche severe su alcuni pazienti, o affrontare la vaccinazione. Per quel che mi riguarda, io non ho dubbi: mi vaccino ogni anno e lo faccio da anni. E il vaccino che ho scelto, anche quest’anno, è proprio il Fluad».

A parlare è Marco De Carli, allergologo e immunologo, medico dell’Azienda ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia, che abbiamo interpellato il giorno dopo lo stop dell’Aifa a due lotti del vaccino Fluad prodotto da Novartis.

Dottore, parliamo di questi quattro decessi che si teme possano essere collegati alla vaccinazione.

«Esatto, si teme. Bisognerebbe prima chiarire qual è stata la causa del decesso».

Il fatto che si tratti di un vaccino adiuvato è un fattore di rischio maggiore?

«La presenza di un adiuvante è una questione tecnica. Serve a potenziare l’effetto immunogeno del vaccino. Di per sè gli adiuvanti non sono sostanze tossiche, e non dimenticherei che il Fluad è in commercio da molti anni. Se il problema risiede nel vaccino, potrebbe essere collegato alla sua produzione, ad una contaminazione accidentale».

Gli eventi avversi sono attesi nelle vaccinazioni antinfluenzali?

«L’evento avverso può accadere in qualsiasi terapia, non ce n’è una che sia assolutamente esente da eventi indesiderati, e anche gravi. Va anche detto però che i vaccini oggi sono ingegnerizzati, e quindi gli eventi avversi sono estremamente rari».

Ma perchè vaccinarsi contro l’influenza?

«E’ una scelta che ciascuno di noi compie nel momento in cui valuta se, rispetto ad una patologia, si possa intervenire per prevenire oppure no, e se la risposta è positiva si esaminano i rischi che si corrono esponendosi al virus, in questo caso quello dell’influenza, e alla vaccinazione».

Secondo lei, meglio l’influenza o meglio il vaccino?

«Io preferisco di gran lunga il vaccino. L’influenza è un fattore di rischio e può essere pericolosa in persone fragili, anziane, già sofferenti per patologie diverse. Per questo ogni anno si rinnova la campagna per la vaccinazione soprattutto rivolta alle persone anziane, ai malati cronici ecc. In questo modo si cerca di prevenire il rischio di complicanze, anche gravi, e di ridurre il numero dei ricoveri, perchè anche questi possono rappresentare un rischio. Non dimenticando i decessi, perchè al di là di queste persone che si sospetta possano essere decedute a causa della vaccinazione, ogni anno l’influenza lascia diverse vittime».

Dottor De Carli diciamolo: l’adesione alla campagna vaccinale tra i medici e il personale sanitario non è esaltante. Non nota una contraddizione in questo?

«E’ vero. Io, come le ho detto, preferisco la vaccinazione e per molte ragioni: evito di ammalarmi, e quindi di stare male, ma evito anche di contagiare i miei pazienti. Da medico credo che se si conoscono i rischi di alcune malattie, si sa bene che è molto importante vaccinarsi».

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