Il convitto vuole le officine Ipsia: idea da 2,2 milioni per nuovi spazi

Cividale: iscritti in aumento, il Paolo Diacono chiede alla Regione di finanziare la conversione dei locali Chiesto un sopralluogo dell’assessore Santoro. Balloch: pensiamo a parte della caserma Francescatto
Di Lucia Aviani

CIVIDALE. Sarà l’esito di un sopralluogo dell’assessore regionale Mariagrazia Santoro alle officine dismesse dell’Ipsia Mattioni a segnare l’eventuale svolta per gli immobili, in disarmo ormai da alcuni anni e da tempo “puntati” dal vicino Convitto nazionale Paolo Diacono, che è letteralmente al collasso sul fronte degli spazi.

Gli ampi stabili in disuso rappresenterebbero una risorsa preziosissima per l’istituto, che ha già redatto (a proprie spese) uno studio di fattibilità per la conversione e il riutilizzo degli edifici; l’impegno di spesa stimato per l’operazione, tuttavia, è tale da richiedere un preventivo interessamento della Regione, per capire se il piano abbia possibilità di essere finanziato. Prima di accollarsi l'onere della stesura del progetto definitivo, dunque, il Convitto ha chiesto all'assessore Fvg competente di far visita ai locali per prendere visione delle loro attuali condizioni e del disegno di recupero delineato dal Paolo Diacono.

«I lavori – spiega Patrizia Pavatti, rettore del Convitto – comporterebbero una spesa sull’ordine dei 2 milioni e 200 mila euro. Per presentare in Regione istanza di contributo bisogna disporre della versione definitiva-esecutiva del programma d’intervento, che implica a sua volta un impegno economico non da poco. Per questo motivo abbiamo contattato l’assessore Santoro per chiederle di effettuare un sopralluogo, che non è stato ancora calendarizzato, ma che confidiamo possa avvenire a stretto giro. Il Convitto sta registrando un costante incremento della popolazione scolastica: c’è assoluto, urgente bisogno di nuovi spazi».

Uno degli obiettivi prioritari dei vertici del Paolo Diacono è ricompattare in sede unica il liceo scientifico, ora smistato fra il polo centrale del Convitto (che accoglie le prime due classi dell'istituto) e il palazzo del liceo classico, in foro Giulio Cesare. Serve un intero plesso aggiuntivo, insomma.

«Anche perché – ricorda ancora Patrizia Pavatti – abbiamo necessità di potenziare i laboratori».

Il Comune segue con interesse il caso, perché un esito positivo della pratica consentirebbe di porre in essere una virtuosa operazione di risanamento edilizio e di risolvere, nel contempo, un problema ormai cronico per il Paolo Diacono. «L’assessorato regionale è stato informato – conferma il sindaco Balloch – e con esso cercheremo di individuare la miglior soluzione. L’amministrazione riserva grande attenzione all’importante realtà del Convitto: ci siamo ripromessi di destinargli un settore nel complesso della caserma dismessa Francescatto, nel momento in cui il bene diverrà di nostra competenza».

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