Il Covid si rileva anche dalla saliva, ecco il nuovo test: come si fa, quanto è affidabile e quanto costa

La conferenza stampa di presentazione del nuovo test salivale (Silvano)
La conferenza stampa di presentazione del nuovo test salivale (Silvano)

TRIESTE. Per il momento verrà utilizzato sui pazienti ospedalieri e per screening in scuole, case di riposo e fabbriche, ma con il passare delle settimane si affiancherà al tampone molecolare naso faringeo che abbiamo imparato a conoscere. Con dei vantaggi tangibili: meno invasivo, più pratico e più economico.

Stiamo parlando del test molecolare per individuare il Sars-Cov-2 basato sul prelievo della saliva, che è stato validato da Asugi dopo mesi di sperimentazione.

Trieste, il vicegovernatore del Fvg Riccardi prova il test salivare per il Covid 19

Per annunciare l’avvio della fase di utilizzo del nuovo metodo diagnostico e illustrarne le caratteristiche il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi sono stati affiancati nella mattinata di lunedì 15 marzo in una conferenza stampa all’ospedale Maggiore dal direttore del Dipartimento ad attività integrata di Medicina Maurizio Ruscio e dal direttore di Igiene e Sanità pubblica dell’Asugi Pierlanfranco D’Agaro (presenti anche il direttore generale Antonio Poggiana e il sindaco di Roberto Dipiazza).

«Il vantaggio è che basta mettere il tamponcino in bocca e tenerlo due minuti per poi ricollocarlo nella provetta e portarlo in laboratorio – ha spiegato Ruscio –. Lo si può fare anche a casa, la finalità è proprio questa: raccogliere il campione e conferirlo senza dover impegnare personale sanitario nell’esecuzione dei prelievi.

Non ci sono problemi di inquinamento perché si va a cercare l’acido nucleico. Va meglio la saliva del mattino in quanto l’eventuale concentrazione del virus è maggiore. La provetta viene infine centrifugata e si avvia l’indagine molecolare il cui risultato è pronto in 24 ore. Il costo è di un terzo rispetto al tampone tradizionale».

Il test salivare non sostituirà il tampone per quanto riguarda la diagnostica, ma ha un indice di qualità superiore rispetto al test antigenico e un’affidabilità pari al 98%.

L’uso del nuovo test è cominciato con i primi prelievi di saliva su pazienti in ambito ospedaliero, poi partiranno anche gli screening in scuole, case di riposo e strutture residenziali.

È prevedibile che la notizia indurrà molte persone che hanno sperimentato il tampone standard, trovandolo fastidioso e meno pratico, a chiedere di essere sottoposti al test salivare.

«Per i comuni cittadini che vogliono sottoporsi al test bisognerà aspettare ancora, ma non sarà un tempo lungo» ha precisato a questo proposito Ruscio.

La dotazione di partenza sarà di 90 mila kit, iniziando dal Laboratorio dell’Istituto di Igiene del Maggiore per proseguire nell’arco del mese di marzo con i nosocomi di Cattinara e di Monfalcone. Anche Fedriga e Riccardi hanno sperimentato il test.

«Una soluzione innovativa – ha sottolineato il presidente – che consentirà di rafforzare lo screening della popolazione, tanto più utile in questa fase in cui si stanno diffondendo le varianti. Siamo molto attenti a ricercare nuove soluzioni, che siano assolutamente affidabili».

«È una vera rivoluzione e ci abbiamo lavorato a lungo – ha affermato Riccardi –. Tenere in bocca per un paio di minuti un batuffolo di cotone è ben diverso rispetto a un tampone normale.

Questo sistema è totalmente non invasivo e penso a quanto potranno beneficarne, ad esempio, i bambini e le persone più vulnerabili come i disabili.

Cominceremo a utilizzarlo gradualmente, ma può davvero rappresentare il futuro del fai da te, semplifica la vita ai cittadini, riduce il rischio di contagio degli operatori, i tempi d’attesa e i costi» .

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