Il degrado del centro di Udine: vicoli storici bersaglio dei vandali - Foto

UDINE. Dalle classiche dichiarazioni d’amore come: “Gaia ti amo” e “Sam ti adoro” agli insulti e alle volgarità, intervallati da scritte incomprensibili e simboli di ogni genere fino ai disegni più o meno artistici che in quel contesto risultano comunque essere solo uno sfregio, l’ennesimo subìto da palazzi e abitazioni del centro.
Tanto che alcuni vicoli storici da simbolo delle caratteritiche urbanistiche e architettoniche del capoluogo friulano si sono trasformati in un simbolo del degrado. A lanciare l’allarme è il capogruppo del M5s in consiglio comunale, Fleris Parente che ha chiesto al sindaco di intervenire con un’ordinanza per porre rimedio a uno scempio sotto gli occhi di tutti che penalizza l’immagine della città.
«Vicolo Sottomonte - si legge nella mozione presentata da Parente - si trova a pochi metri da piazza Libertà, lungo la salita al castello di Udine, nel cuore del centro storico, nei pressi di luoghi di particolare bellezza. Il vicolo è visibile a tutti i turisti e i cittadini che si recano in cima al colle e versa in una situazione di degrado inaccettabile».
Il problema non riguarda solo vicolo Sottomonte ma - precisa Parente - «è comune a molte altre zone del centro storico come vicolo Agricola, l’ex chiesa di San Francesco, vicolo Brovedani, Casa Lestuzzi di via Gemona, vicolo del Portello e altri che sono diventati palestra per le esibizioni dei writers di casa nostra e/o oggetto di vandalismi di ogni genere».
Da qui la bocciatura dei pentastellati al sistema di videosorveglianza comunale. «Nonostante l’installazione delle telecamere continuano a ripetersi atti di inciviltà sui muri degli edifici presenti nelle vie - continua Parente - al punto che mi domando a cosa servano questi impianti.
A quanto ci risulta in un unico caso i vigili sono riusciti a identificare il responsabile ma non sappiamo se il Comune sia riuscito a farsi risarcire i soldi spesi per cancellare le scritte che in quella circostanza era state lasciate nella loggia del Lionello».
Il riferimento di Parente è ai fatti accaduti il 20 aprile dello scorso anno quando alcuni studenti, forse per noia o per fare qualcosa di “diverso”, hanno pensato bene di lasciare un segno tangibile del loro passaggio imbrattando il muro, il pavimento e una panchina in marmo della loggia con uno spray di vernice rossa. Da studenti si sono trasformati in vandali rovinando uno degli edifici più belli della città.
E probabilmente pensavano anche di averla fatta franca. Invece le telecamere di sicurezza del Comune hanno ripreso tutto e dopo mesi di indagini gli agenti della polizia municipale sono riusciti a identificare tutti i sei ragazzi, denunciando l’autore delle scritte, uno studente minorenne. Ma i vandalismi sono proseguiti. Anche prima della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 6 maggio scorso, in occasione della mostra che ripercorreva i 70 anni di storia del Messaggero Veneto, vandali e maleducati avevano preso di mira il monumento simbolo della città.
«Anche se la loggia del Lionello e quella di San Giovanni sono probabilmente le due zone più sorvegliate della città a detta dello stesso assessore all’Innovazione, Gabriele Giacomini - continua Parente - quasi ogni giorno il monumento è invaso, quando va bene, da bottiglie vuote e cartacce».
E poiché - conclude Parente - «è compito dell’amministrazione comunale tutelare il decoro e l’immagine urbana degli edifici il sindaco e la giunta valutino l’installazione di almeno due punti luce in vicolo Sottomonte e nelle altre zone più “nascoste” e “bersagliate” della città. Sarebbe inoltre necessario coinvolgere i cittadini per valutare progetti di valorizzazione ma nel caso in cui, e non sono pochi, le scritte siano lì da anni il sindaco dovrebbe obbligare i proprietari a ripulire con un’ordinanza ad hoc».
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