Il direttore condannato a risarcire l’Aci di Gorizia

Marco Mirandola dovrà versare 4.500 euro per un danno erariale. La Corte dei conti ha ritenuto illegittimo l’incarico conferito a uno studio legale
Bumbaca Gorizia La sede ACI e il parcheggio © Foto di Roberto Coco
Bumbaca Gorizia La sede ACI e il parcheggio © Foto di Roberto Coco

GORIZIA. La sezione giurisdizionale regionale della Corte dei Conti, composta dai magistrati Paolo Simeon, Giancarlo Di Lecce e Alberto Rigoni, ha condannato il direttore dell’Automobile Club di Gorizia, Marco Mirandola, al pagamento di 4.500 euro (oltre al pagamento delle spese di giudizio) in favore dello stesso Automobile club del capoluogo isontino.

La contestazione riguarda un incarico di consulenza legale esterna risalente al 2007 per il quale l’Automobile Club di Gorizia aveva corrisposto ad uno studio legale isontino un importo di 5mila euro. Secondo il collegio giudicante di fatto non ci sarebbe stata un’effettiva necessità di ricorrere a una consulenza esterna.

Per la Corte dei conti l’incarico conferito non avrebbe soddisfatto «alcuna effettiva necessità alla quale l’ente non potesse far fronte attraverso le competenze ordinarie della struttura amministrativa dell’ente, ed in particolare di quelle del direttore Mirandola, funzionario preposto al vertice della struttura amministrativa dell’Automobile Club di Gorizia».

L’incarico esterno aveva come oggetto la gestione degli aspetti normativi e legali relativi ai rapporti contrattuali con alcuni istituti bancari, in relazione all’esigenza di ottenere chiarimenti sulla situazione degli investimenti finanziari dell’ente. Si trattava di «atti (solleciti indirizzati alla banca Antonveneta, redazione di un esposto-denuncia e di una contestazione al presidente dell’Ac) per nulla esorbitanti – sostiene il collegio giudicante - rispetto alle competenze proprie della struttura amministrativa dell’ente».

«L’illegittimità dell’incarico di consulenza – si afferma ancora nella sentenza - è resa evidente dall’estrema genericità dei suoi contenuti (“gestione degli aspetti normativi e legali nei confronti degli istituti bancari con cui l’Automobile club intrattiene rapporti contrattuali”), della mancata previsione di un corrispettivo, dall’assoluta indeterminatezza della sua durata e, soprattutto, dall’assenza di un’effettiva necessità che imponesse il ricorso alla consulenza esterna».

Secondo la tesi difensiva l’affidamento dell’incarico esterno era invece necessario oltre che legittimo anche in mancanza di disposizioni che prevedessero il rilascio di una preventiva autorizzazione. Nella sentenza il danno viene dunque quantificato in 4500 euro pari alla differenza tra l’esborso sostenuto (5mila euro) e l’Iva che l’ente ha portato in detrazione.

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