Il direttore Palei: «Mai stato suo amico e mai fatte pressioni»
UDINE. «Non ho e non ho mai avuto alcun rapporto personale, nè di amicizia con il signor Zampa. Nè tantomeno ne ha la Regione Friuli Venezia Giulia, che nelle mie vesti di dirigente rappresento da anni con fierezza e onestà professionale». Il dottor Manlio Palei, direttore del Servizio sicurezza alimentare, igiene della nutrizione e sanità pubblica veterinaria della Direzione centrale ci tiene a marcare le distanze dal presidente del Consorzio Cospalat e dai suoi accoliti.
Cioè da coloro che, in più di un’occasione, nelle conversazioni intercettate dal Nas, non avevano esitato a evocare il suo nome. Nella speranza, evidentemente mal riposta, di trovare in lui il “potente” disponibile a liberarli del più intransigente dei controllori, il veterinario Mario Gentili.
Così non è stato e non avrebbe neppure potuto essere, come spiega lo stesso dottor Palei, trascinato suo malgrado in una vicenda che - è bene ricordarlo - non soltanto non lo vede assolutamente indagato, nè in alcun modo attivamente coinvolto nell’inchiesta, ma che ha finito per dipingerlo, almeno nelle pagine della poderosa ordinanza del gip, come un «amico personale» di Zampa.
«Sai cosa gli ho detto io l’ultima volta che ho visto Palei - dice la consulente Paola Binutti a Renato Zampa, riferendosi a Gentili, il 19 novembre 2012 -? Secondo me tu dovresti mandarlo a Timbuktù». Poi, parlando di un colloquio avuto con Palei, aggiunge: «Il messaggio per te è di non agitarti tanto. E non fare tanta tracciabilità con la Microlab, perchè se i Nas vanno su, Microlab li deve tirare fuori i campioni e viene fuori che tu hai un 65».
Che i contatti ci fossero, considerata la posizione occupata da Palei nei palazzi triestini, è fuor di dubbio. «Certo, ho ricevuto telefonate - afferma il direttore -, ma non ho mai operato alcun tipo di pressione o atto d’ingerenza nei confronti dell’Ass n.4 o di qualsiasi altra Azienda sanitaria. Si tratta di una cosa impossibile anche da un punto di vista tecnico, visto che ciò di cui il mio ufficio si occupa sono le verifiche sulle Ass».
Vero è, piuttosto, che proprio da Palei arrivavano consigli a comportamenti più miti. «In quella telefonata - precisa - dissi semplicemente di suggerire a Zampa di stare calmo e smetterla di agitarsi, visto che ero stato informato che aveva intenzioni bellicose nei confronti di alcuni veterinari».
D’altronde, era stato proprio lui, tre mesi fa, nelle nuove Linee guida sull’extrapiano per l’emergenza aflatossina nel nord Italia, a mantenere a 30 ppt il limite, che in quello stesso periodo l’Europa aveva invece alzato a 40, e che impone, qualora raggiunto, di cambiare l’alimentazione delle mucche con cibi non intossicati per almeno un paio di giorni.
E spetterà sempre a lui, una volta ricevuto il parere dell’Ass, decidere se accogliere l’istanza di revoca della sospensione del “bollino CE” per la raccolta e trasformazione del latte notificato sabato a Cospalat.
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