Il dolore dei familiari di Tatiana: «Dopo 13 anni siamo ancora senza verità»

Viviana Zamarian

UDINE. Vogliono sapere il perché. Ora vogliono sapere solo questo. «Ci devono spiegare in modo chiaro quale è la motivazione che ha ribaltato la sentenza di condanna di primo grado».

Lo chiedono i familiari di Tatiana Tulissi, la 36enne freddata l’11 novembre del 2008 da tre colpi di pistola nella villa in cui conviveva con Paolo Calligaris che la Corte d’assise d’appello di Trieste venerdì ha assolto con formula piena, per non aver commesso il fatto, ribaltando il giudizio di primo grado con cui era stato condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio della compagna.

Perché dopo 13 anni l’assassino di Tati non ha né un nome, né un volto. «Ed è troppo tempo – racconta il fratello Marco Tulissi – che aspettiamo di sapere quale è la verità. È una sofferenza che si rinnova ogni giorno. Ogni mattina, ogni sera il nostro pensiero va a Tatiana. E ora ci chiediamo: chi l’ha uccisa? Chi è stato? Devono spiegarci che cosa ha fatto ribaltare la sentenza di primo grado che era stata netta, ci devono dire che cosa è stato ritenuto così evidente e perché dal bianco si è passati al nero. Vogliamo solamente chiarezza».

È stata dura ascoltare in aula la lettura del dispositivo, lo ammette Marco. «Siamo rimasti male, non ce lo aspettavamo e inevitabilmente questa è una sofferenza che si rinnova ancora», aggiunge.

Anche la mamma di Tatiana, Meri Conchione, non nasconde il dolore provato. «Questa sentenza ci ha sorpresi tutti – afferma – e ci fa male perché è come se si dovesse ricominciare tutto da capo, ancora una volta. È inutile negare che abbiamo provato una grande delusione. Ora confidiamo nel giudizio della Cassazione». Sono stati lunghi anni questi. «Anni in cui noi familiari abbiamo combattuto per trovare la verità – prosegue Meri – e in cui spesso, in questa nostra battaglia, ci siamo sentiti soli e abbandonati, anni in cui ho perso mio marito per il quale la morte di Tatiana è stato un colpo durissimo, anni di grande sofferenza. Sapere chi ha fatto del male a mia figlia non me la rifarà riabbracciare ma noi vogliamo dare un nome a chi ce l’ha portata via per sempre».

Una sentenza che ha lasciato perplessa anche l’avvocato della famiglia Tulissi, Laura Luzzatto Guerrini che rappresenta, oltre al fratello Marco e la mamma Meri anche la sorella Marzia. «Ogni perplessità sarà fugata dalla lettura della sentenza, quindi ogni valutazione sarà posteriore – dichiara –. Per noi la sentenza di primo grado aveva identificato la colpevolezza di Paolo Calligaris. Venerdì la Corte d’assise d’appello di Trieste ha invece affermato che non è colpevole. I miei assistiti fin dall’inizio erano consapevoli che il processo ha il suo iter che va percorso e che bisogna attendere il terzo grado di giudizio in Cassazione dove era inevitabile che questo processo sarebbe approdato. Certo, non è semplice per i miei assistiti perché è un processo che dura da molti anni».

Ieri Marco ha ricordato “Tati” pubblicando una sua foto sorridente sul profilo Facebook. Niente parole, nessun commento sulla sentenza. Ma solo un cuore. «Il nostro pensiero è sempre rivolto

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