Il fratello del ragazzo ucciso dal male a 23 anni: "Cristian ci dà la voglia di vivere"

Fiume Veneto, parla Elia Pantarotto: "Ci ha insegnato tante cose, la più importante è stata saper dare il giusto peso alle difficoltà della vita". Lo straziante addio dell’ex fidanzata su Facebook

FIUME VENETO. «Mio fratello ci ha insegnato tante cose, la più importante è stata saper dare il giusto peso alle difficoltà della vita. Lui, che a 13 anni si era trovato una montagna davanti, e che due volte era stato capace di scalarla, ci infondeva voglia di vivere: sempre col sorriso, con la voglia di ridere.

Stroncato dal male a 23 anni

Una voglia di ridere contagiosa, che ha fatto comprendere a chi lo ha conosciuto quali sono le cose importanti e quelle alle quali è giusto dare un rilievo secondario».

Elia Pantarotto parla con voce calma e gentile. Mentre si preparano a salutare Cristian, spentosi a 23 anni a causa di un male che era riuscito a sconfiggere due volte, il fratello, la sorella Lara e i genitori Liliana, casalinga, il papà Giovanni, pensionato dopo anni di lavoro alla Savio, stanno ricevendo continue attestazioni di affetto.

Non solo amici e conoscenti hanno voluto far sentire la loro vicinanza a una famiglia chiusa in un dolore composto: la morte del giovane, che lavorava come operaio alla Progetto stampi di Praturlone, ha scosso non soltanto Fiume Veneto. Un dolore che è stato espresso anche attraverso Facebook: tanti i messaggi lasciati da amici e conoscenti sui due profili di Cristian.

Tra questi, quello di una ragazza, un’ex fidanzata del 23enne. Parole dense di affetto, che testimoniano dolore vero: «Ti voglio ricordare così – scrive la giovane sul social, pubblicando una foto che la ritrae con Cristian –, bello e con una voglia di vivere immensa, hai lottato fino all’ultimo.

Mi hai sempre fatta sentire unica e importante dandomi la buonanotte e con le tue frasi dolci: quando ho saputo della tua morte non ci ho creduto, ho pianto e ancora adesso ho un nodo in gola che non riesco a sciogliere».

Le considerazioni successive testimoniano quanto chi conosceva Cristian: era lui a spronare il prossimo a lottare, a non mollare di fronte alle montagne che la vita ti può mettere di fronte, grandi e piccole che siano. E lui se n’è ritrovata davanti una enorme.

«Mi tranquillizzavi dicendomi che il male che ti portavi dentro era un male benigno, che potevi benissimo sconfiggere, perché eri forte e sei tuttora un guerriero. Quanti ricordi che tengo dentro il mio cuore, ti ho amato subito come ho amato la tua grande e bellissima famiglia.

Mi hai fatto passare un Natale che non dimenticherò, quando, poi, mi sentivi arrabbiata ti presentavi fuori casa mia a sorpresa portandomi i cioccolatini e mi tornava il sorriso. Che bei momenti passati insieme. Sei stato importante per me. Sei e sarai dentro il mio cuore».

Su Facebbok anche il saluto di diversi amici. «Non ho parole, ciao Panta! Mi ricorderò del tuo sorriso e di sorridere sempre, come facevi tu: ti ricorderemo così», lo ricorda un amico sul social. «Spero per te che tu sia in un posto migliore. Sei sempre stato un guerriero e lo sarai per sempre», scrive un altro ragazzo. Cristian se n’è andato a 23 anni, troppo presto. Ma è lecito pensare che la sua forza non verrà dimenticata facilmente.

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