Il Friuli è zona arancione: ecco da quando dovrebbe entrare in vigore e quali sono le nuove restrizioni
UDINE. Il Friuli Venezia Giulia si appresta a entrare, da domenica, in zona arancione abbandonando, dunque, quella fascia gialla in cui era stato inserito appena una settimana fa al termine del periodo di validità del decreto legge che aveva fissato le limitazioni, uguali in tutta Italia, per le festività.
Manca l’ufficialità, che arriverà quasi sicuramente venerdì, 15 gennaio, con la firma dell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, ma i nuovi criteri stabiliti dal Governo lasciano ben poche speranze al Friuli Venezia Giulia così come ad un’altra dozzina di regioni italiane.
Mercoledì sera, infatti, il Consiglio dei ministri ha varato il nuovo Decreto-legge che, di fatto, depotenzia il ruolo e il peso del valore Rt – fino a pochi giorni fa quasi esclusivo per quasi ogni decisione in questi mesi di pandemia – per determinare la fascia di rischio di un territorio.
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Roma, nel dettaglio, non ha soltanto abbassato la soglia limite sopra la quale una Regione abbandona la zona gialla per entrare in quella arancione – portando l’Rt di riferimento da 1.25 a 1 – e in quella rossa – sceso a 1.25 da 1.5 –, ma ha anche stabilito come la stretta avvenga pure nel caso in cui un territorio si trovi nello scenario uno di pericolo, cioè con un Rt inferiore a 1, ma in una situazione di rischio alto.
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Una situazione, questa, che è esattamente quella del Friuli Venezia Giulia in base all’ultimo monitoraggio ufficiale presentato dall’Istituto superiore di sanità e, con ogni probabilità, lo sarà anche in relazione ai dati che verranno certificati nelle prossime ore, ma che in fondo sono già noti da una manciata di giorni.
La nostra regione, onestamente non senza un pizzico di sorpresa, nella settimana dal 4 al 10 gennaio ha mantenuto un Rt sotto l’1 e sostanzialmente stabile se pensiamo che il valore è pari a 0.94 – e compreso in un intervallo tra 0.89 e 0.99 – contro lo 0.91 del monitoraggio precedente.
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Il problema vero è che se già nel recente passato i tecnici del ministero avevano inserito la regione tra quelle, e sono la maggior parte ormai in Italia, a rischio alto in virtù dei parametri della settimana compresa tra il 28 dicembre e il 3 gennaio, è difficile ritenere che il Friuli Venezia Giulia possa ottenere un giudizio di pericolo moderato, soprattutto perché questo viene influenzato non poco, e in fondo non potrebbe essere altrimenti, dall’andamento dei ricoveri negli ospedali che certificano come i dati della regione siano sopra i tetti massimi stabiliti dagli esperti.
Il monitoraggio ministeriale, aggiornato al 13 gennaio e che lo ricordiamo fotografa la situazione di una settimana fa, disegna infatti uno scenario in cui il Friuli Venezia Giulia non soltanto si mantiene sopra soglia, ma peggiora leggermente i propri trend. Il tasso di occupazione delle Terapie intensive balza al 39% dal precedente 36% e quello dei posti letto in area medica dal 52% al 53%.
Entrambi i valori, pertanto, superano e non di poco il tetto massimo oltre il quale scatta il campanello d’allarme e fissato, rispettivamente, al 30% per le Intensive e al 40% per i reparti non d’urgenza. Numeri, cifre e decisioni, quelle del Governo, che dunque fanno pendere l’ago bella bilancia verso la zona arancione.
E non da lunedì, come originariamente si pensava, bensì da domenica. Quanto alla durata, poi, è difficile avanzare ipotesi realistiche sulle tempistiche perché molto dipenderà dall’andamento della pandemia, ma il fatto che l’uscita dalla zona arancione non si basi più esclusivamente sull’indice Rt, legato ai contagi e soprattutto ai casi sintomatici, ma anche al tasso di occupazione dei posti-letto fa pensare che il periodo di restrizioni, per il Friuli Venezia Giulia, andrà probabilmente oltre l’arco temporale della prossima settimana.
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