Il Friuli ricorda la tragedia: 48 anni fa il terremoto che causò quasi mille vittime
Il sisma di magnitudo 6,4 del 6 maggio 1976 colpì in particolare la media valle del Fiume Tagliamento, danneggiando gravemente oltre cento paesi nelle Province di Udine e Pordenone: numerose le iniziative di commemorazione

UDINE. Ricorre oggi. lunedì 6 maggio, il 48esimo del sisma di magnitudo 6,4 che il 6 maggio 1976 colpì il Friuli e in particolare la media valle del Fiume Tagliamento, danneggiando gravemente oltre cento paesi nelle Province di Udine e Pordenone e provocando quasi mille vittime.
Il disastroso terremoto, definito in friulano l'Orcolat - essere mostruoso che la tradizione popolare locale indica come causa dei terremoti - fu avvertito in quasi tutta l'Italia centrosettentrionale e fu seguito da numerose repliche, alcune delle quali molto forti e altrettanto devastanti. Una commemorazione dell'anniversario, organizzata dalla Brigata Alpina Julia, si è svolta il 4 maggio nella caserma Goi-Pantanali di Gemona, dove la scossa del 6 maggio 1976 provocò il crollo di una palazzina e la morte di 29 militari di leva.
Nella serata del 6 maggio nel Duomo di Gemona del Friuli, la città più duramente colpita dal sisma, sarà celebrata una messa in memoria di tutte le vittime del terremoto, alla quale è prevista la partecipazione del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e dell'assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi. Sarà l'occasione per ricordare la solidarietà dimostrata a livello nazionale e internazionale nel prestare i primi soccorsi alle aree terremotate e per riportare l'attenzione sulla rinascita, in poco più di 15 anni, delle zone colpite grazie a un approccio alla ricostruzione che è stato denominato «modello Friuli».
Un percorso basato sulla corale e compatta mobilitazione del popolo friulano, in testa i sindaci, la comunità ecclesiale e le forze imprenditoriali, sotto il coordinamento del Commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, che sei anni dopo il sisma fu nominato Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile, risorsa che emerse e si strutturò per la prima volta in Italia proprio nel post terremoto del 1976.
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