Il fronte del no: "Dietro il dono degli ovuli inaccettabili commerci"

UDINE. Uno dei più accesi oppositori della fecondazione eterologa è il deputato udinese Gian Luigi Gigli, eletto con Scelta Civica di Monti e oggi in Democrazia solidale-Centro democratico, nonchè presidente del Movimento per la vita italiano. Uno degli ultimi interventi di Gigli riguarda proprio la maternità surrogata.
«Il Movimento per la vita italiano ringrazia le parlamentari italiane che, trasversalmente, hanno contribuito a bocciare in Consiglio d’Europa la mozione De Sutter sulla maternità surrogata, rigettando l’esistenza di una maternità surrogata di tipo altruistico a causa dei “rimborsi spese” previsti per le schiave dell’utero in affitto».
È questo il commento del Movimento per la Vita alla nuova bocciatura da parte del Consiglio d’Europa del rapporto De Sutter favorevole alla maternità surrogata legale nei 47 Paesi membri (Italia inclusa).
«Chiediamo alle forze politiche di ogni colore – si legge in una nota – di riconoscere che anche la cosiddetta donazione di ovuli per la fecondazione eterologa prevede forme inaccettabili di commercializzazione del corpo umano.
È assurdo che le regioni italiane comprino all’estero ovociti, facendo finta di non sapere che provengono da donne in condizioni di bisogno, anche se il loro pagamento è mascherato da rimborso spese. Il Movimento per la Vita propone a questo riguardo di realizzare piuttosto l’eterologa, dando una speranza di vita ai tanti embrioni congelati in sovrannumero durante le pratiche di fecondazione omologa: meglio l’adozione degli embrioni per la nascita che lo sfruttamento del bisogno».
«Il Consiglio d’Europa boccia la possibilità di distinguere tra maternità surrogata gratuita e a pagamento, riconoscendo quello che da anni ripetiamo: e cioè che la gratuità, per la fecondazione eterologa come per l’utero in affitto, è solo la maschera dello sfruttamento - lo dichiara la parlamentare di Idea Eugenia Roccella -. Nessuna donna cede il figlio che ha portato in grembo per nove mesi se non è in condizione di bisogno, e se non le viene offerta in cambio una somma di denaro.
Altrettanto avviene per la cosiddetta ovodonazione: si tratta di una terminologia ingannevole, con cui si cerca di coprire la verità della compravendita di ovociti da donne spesso molto giovani. Dopo la pessima, del tutto inutile mozione sull’utero in affitto approvata alla Camera, è ora che il Parlamento italiano si occupi efficacemente della questione, dicendo un no chiaro al nuovo mercato del corpo femminile e della maternità, che umilia le donne».
Gigli in passato si era espresso anche perchè i bambini nati grazie alla fecondazione eterologa «debbano conoscere le proprie origini». Gigli ritiene che «nel caso del parto in anonimato deve prevalere la richiesta della mamma, considerando che queste nascite sono spesso a rischio aborto o infanticidio. Nel caso delle altre adozioni il diritto alla conoscenza dovrebbe essere bilanciato con il diritto alla riservatezza. Nel caso dell’eterologa potrebbe invece prevalere il diritto alla conoscenza delle proprie origini».
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