Il Fvg è la regione italiana con l’incremento maggiore di nuovi contagi da coronavirus
UDINE. Siamo la regione italiana che nell’ultima settimana ha fatto registrate il maggior incremento di nuovi contagi da coronavirus. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, che oltre a registrare dal 15 al 21 giugno un incremento percentuale generale in tutte le regioni, fa notare come si vada dal +31,3% della Valle d’Aosta al +91,5% del Friuli Venezia Giulia.
I numeri
Rispetto alla settimana precedente, soltanto in due province si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi: Caltanissetta -10,2% e Vibo Valentia -10,2%, mentre salgono da 99 a 105 le province in cui si rileva un aumento (dal +5,6% di Crotone al +131,7% di Reggio Calabria). Inoltre, in 16 province l’incidenza supera i 500 casi per 100 mila abitanti: Cagliari (934), Sud Sardegna (705), Roma (635), Ragusa (607), Palermo (602), Venezia (592), Rimini (583), Catania (583), Treviso (580), Siracusa (579), Forlì-Cesena (570), Ravenna (555), Udine (526), Terni (505), Foggia (503), Bologna (502).
Nuove varianti
La flash survey dell’Istituto superiore di sanità condotta su campioni del 7 giugno conferma l’aumentata prevalenza delle sottovarianti BA.4 e BA.5, rispettivamente all’11,4% (range 0-32,3%) e al 23,2% (range 8-100%), a scapito della BA.2 che scende al 63% (range 0% - 85,7%). «Gli ampi margini di incertezza – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – sono determinati da un campionamento statistico insufficiente che, insieme alla cadenza mensile della flash survey, indicano che le attività di sequenziamento nel nostro Paese non sono state adeguatamente potenziate per rispondere tempestivamente alla diffusione di nuove varianti». Al momento evidenze e dati confermano che BA.4 e BA.5 non si associano ad una maggior gravità della malattia Covid-19, ma sono più trasmissibili di BA.2 ed hanno una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria da vaccino e da pregressa infezione, aumentando la probabilità di reinfezione. «L’eventuale impatto sui ricoveri ospedalieri delle nuove varianti – commenta Cartabellotta – dipende dall’entità nell’aumento dei casi, oltre che dai tassi di copertura vaccinale della popolazione con tre dosi, o quattro nelle persone vulnerabili».
Reinfezioni
Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, nel periodo 24 agosto 2021-12 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 532 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 9-15 giugno si è attestata al 7,4% (13.152 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (6,3%). «Il rischio di reinfezione – spiega sempre Cartabellotta – è maggiore per alcune categorie: le persone d’età 12-49 anni rispetto agli over 50, le donne rispetto agli uomini, le persone con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni, le persone non vaccinate (che presentano il rischio maggiore di reinfezione) o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni, gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione».
Ospedalizzazioni
Su questo fronte – afferma Marco Mosti, direttore operativo di Gimbe – l’incremento dei nuovi casi a livello nazionale ha determinato un’inversione di tendenza nei ricoveri sia in area medica (+14,4 per cento) che in terapia intensiva (+12,6%). In particolare, in area critica dal minimo di 183 del 12 giugno i posti letto occupati sono saliti a 206 il 21 giugno; in area medica – infine – dopo avere toccato il minimo di 4.076 l’11 giugno, sono risaliti a quota 4.803 dieci giorni dopo.
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