Il giallo delle firme del Pd il centrodestra va al Tar
UDINE. Dopo l’esposto in Procura, il centrodestra, entro 10 giorni dalla proclamazione degli eletti, presenterà ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) per chiedere l’esclusione della lista del Pd. Anche se la Procura non si è ancora espressa sulle firme di accettazione di 33 candidature su 40 autenticate 5 giorni dopo, le liste che sostengono il candidato sindaco, Adriano Ioan (Identità civica, Per Udine, Pdl, Lega nord, La Destra e Udc), prima di conoscere l’esito delle elezioni, hanno dato mandato all’avvocato, Massimo Cescutti, di predisporre il ricorso a tutela dei diritti dei candidati che le liste rappresentano.
La questione è legata alla discrepanza emersa dal verbale della Commissione elettorale circondariale tra le date di sottoscrizione e quelle di autenticazione delle firme di accettazione di 33 candidature. I candidati hanno firmato il 16, mentre l’autenticazione è stata fatta 5 giorni dopo. Un errore secondo l’autenticatore, Carlo Giacomello, dovuto all’indisponibilità del timbro del Comune fuori da palazzo D’Aronco.
Due, infatti, gli aspetti della vicenda: uno penale e uno amministrativo. Da qui l’esposto in Procura e il ricorso al Tar firmati, entrambi, da Ernesto Pezzetta, Loris Michelini, Paolo Pizzocaro, Vincenzo Tanzi, Alessandri Ciani e Mirko Bortolin. Gli stessi che «per prevenire polemiche strumentali - scrivono in una nota - hanno deciso di ricorrere al Tar per dimostrare che la richiesta di chiarezza rientra nel principio di legalità e rispetto delle regole a cui tutti devono essere soggetti: l’iniziativa mossa dalla trasparenza non deve essere ritenuta di parte, rispetto a una competizione elettorale e quindi in grado di condizionarne la stessa, dal momento che riguarda solo la regolarità degli inadempimenti elettorali».
E ancora: «Appare singolare che, rispetto a una segnalazione per palesi inadempimenti nella compilazione della liste, evidenziati dalla stessa Commissione elettorale circondariale che concedeva termine fino alle 17 del 24 marzo per fornire le controdeduzioni, non si sia ritenuto opportuno assumere iniziative, se non altro considerato il fatto che le controdeduzioni sono state presentate, come emerge dal verbale della Commissione, alle 17 di quello stesso giorno, e quindi all’ultimo minuto utile consentito. Inoltre, nelle controdeduzioni del Pd si rilevano dichiarazioni contrastanti e contraddittorie che aprono uno scenario di forti perplessità su quello che nell’esposto si chiede alla magistratura di verificare come ipotesi di reato».
Ma il Pd non ci sta: «E’ scandaloso quello che stanno facendo - tuona Giacomello - se lo scopo del centrodestra è inquinare le elezioni facciano pure, ma questo è un segno di debolezza che conferma la loro preoccupazione di perdere la competizione elettorale». Giacomello ricorda, infatti, che la lista del Pd è stata ammessa dalla Commissione elettorale e che il Tar ha riammesso anche la lista di Martignacco dove la commissione aveva rilevato la data dell’autentica anticipata rispetto a quella della firma.
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