Il Gruppo Door fallisce, ma i posti di lavoro sono salvi

PORDENONE. Libri contabili in Tribunale per il Gruppo Door 2000 di Pordenone, azienda specializzata nella produzione di porte per interni, che conta 62 dipendenti. Si tratta, però, di una richiesta di fallimento in proprio, sollecitata dalla stessa impresa, proprio per consentire la prosecuzione dell’attività produttiva e salvaguardare i posti di lavoro.
L’adunanza dei creditori per la verifica dello stato passivo – che ammonta a circa 8 milioni di euro – si terrà il 25 novembre alle 9.15 Francesco Petrucco Toffolo è il giudice delegato. È stato nominato curatore Paolo Fabris di Spilimbergo. Cura gli interessi del Gruppo Door l’avvocato Francesco Santini del foro di Pordenone.
Nell’aria ci sono novità positive. Si è già fatta avanti un’impresa solida e di grosse dimensioni del settore: c’è interesse a portare avanti il progetto industriale avviato dal Gruppo Door 2000 in tempi rapidissimi e salvando tutti i posti di lavoro. La trattativa potrebbe essere chiusa già la prossima settimana.
Il percorso del fallimento in proprio arriva a conclusione di una serie di incontri fra i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali sotto l’egida di Unindustria. È stata ritenuta la soluzione meno rischiosa per assicurare un futuro all’attività produttiva pordenonese.
Per sanare i debiti si procederà alla liquidazione del patrimonio aziendale (la sede e il magazzino). Tuttavia i locali occupati dal Gruppo Door a Vallenoncello, dove è previsto l’insediamento di Fincantieri, potranno essere liberati gradualmente, nell’arco di un anno. È quanto prevedono gli accordi, in via di definizione.
L’impresa che intende rilevare l’attività del Gruppo Door 2000 manterrà la produzione nella provincia di Pordenone e prevede anche la creazione di nuovi posti di lavoro, oltre al mantenimento di quelli esistenti.
Il progetto industriale in corso di elaborazione sarà molto importante anche per il mercato locale. Sarà mantenuto il target medio-alto dei prodotti attualmente realizzati dallo stabilimento di via Segaluzza.
Spetterà al curatore valutare il piano presentato dall’azienda. Trenta giorni prima della data dell’adunanza del 25 novembre, i creditori e i terzi che vantino diritti reali o personali su cose in possesso della fallita potranno presentare al curatore le domande di insinuazione.
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