Il leghista Mazzolini tentato dal passaggio al Pd
UDINE. Su di lui pende la “spada di Damocle” dell’ineleggibilità e in vista del voto dell’Aula di martedì, circola con insistenza la voce che lo vorrebbe impegnato a tentare un avvicinamento al Pd. Il diretto interessato, Stefano Mazzolini, consigliere del Carroccio, sconfessa questa ipotesi con stizza, e la smentita arriva anche da dal capogruppo del Pd in Consiglio, Cristiano Shaurli. Eppure il vociferare è incalzante e in politica, si sa, tutto può accadere.
Martedì il Consiglio sceglierà se considerare Mazzolini ineleggibile o meno, ma visto che il voto sarà a scrutinio segreto, l’esito non appare scontato, nonostante l’indicazione di bocciatura arrivata dalla giunta per le elezioni e proposta dal Pd. I maligni ipotizzano che l’ex presidente di Promotur abbia avvicinato qualche democratico promettendo un sostegno durante l’attuale legislatura in cambio di un voto favorevole sull’ineleggibilità. Solo fantapolitica?
Stando al commento dei diretti interessati pare di sì: «Non so di cosa stiate parlando – afferma Mazzolini –. Lasciatemi in pace, non capisco tutto questo accanimento nei miei confronti. I problemi della Regione sono altri». L’esponente del Carroccio accenna anche alla delibera della giunta delle elezioni, che di fatto lo considera ineleggibile: «Si è trattato di una decisione politica, irrispettosa nei confronti della volontà popolare e del parere dell’avvocatura della Regione».
Così Shaurli commenta il presunto avvicinamento al Pd di Mazzolini: «Non mi risulta assolutamente». E sul voto di martedì il capogruppo è secco: «Abbiamo deciso di attenerci alle indicazioni della giunta per le elezioni, nel rispetto del lavoro che ha svolto», assicura Shaurli.(a.ce.)
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