Il lockdown non ferma le imprese: in Fvg aperte ben 762 attività in tre mesi

UDINE. La pandemia che ha colpito duramente l’Italia non ha spezzato la voglia di mettersi in gioco di centinaia di friulani, nè il loro spirito imprenditoriale. Nei mesi terribili di marzo, aprile e in parte maggio, quando tutti eravamo chiusi in casa e il quadro sanitario era preoccupante, in regione sono nate ben 762 piccole imprese, vale a dire 12 per ogni giornata lavorativa.
Certo non sono i numeri degli anni precedenti, ma aspettarsi di più, francamente, sarebbe stato impossibile, con tutte le difficoltà che avevamo di fronte. I dati dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese sono lì a confermare la tendenza.
Segno di una rinnovata voglia di ripartire, di guardare il futuro con un filo di speranza. Neppure nel mese di completo lockdown, come aprile 2020, si è registrato il temuto azzeramento della natalità delle aziende e sono, nonostante tutto, nate ben 123 nuove imprese.
A maggio, con l’allentamento delle misure di contenimento, si sono registrate 261 iscrizioni con una variazione positiva in termini congiunturali pari a +138 (+112,2%). Resta la variazione tendenziale negativa rispetto al corrispondente mese di maggio 2019 (-42%).
Ma la ripresa della natalità d’impresa a maggio accomuna le quattro province, con variazioni congiunturali del +190% a Trieste, +163,6% a Pordenone, +85,9% a Udine e +52,9% a Gorizia. Nel trimestre di crisi da coronavirus, nella nostra regione, sono complessivamente nate 762 nuove imprese.
Certo, come era lecito attendersi, si è registrato un forte calo delle aperture di nuove imprese rispetto al periodo marzo-maggio 2019 (-45,5%) e agli anni precedenti post crisi finanziaria del 2008.
Ma la diminuzione ha riguardato anche le chiusure di attività che sono scese a 671 (-37,2%) e il saldo demografico (iscrizioni-cancellazioni) dell’ultimo trimestre, in termini numerici, è risultato comunque positivo (+91 imprese).
Tra i settori si registra una maggior tenuta della natalità nei servizi Ict e nell’agricoltura, che trova sempre nicchie interessanti e redditizie da sviluppare.
«Sono 762 eroi quelli che nei mesi di marzo, aprile e maggio, in pieno lockdown, hanno deciso ugualmente di aprire la propria impresa, di scommettere su se stessi e sul lavoro, a loro va il mio sincero plauso».
Parole di elogio, una calorosa stretta di mano virtuale e una pacca sulla spalla di incoraggiamento (sempre virtuale): così il presidente di Confartigianato Udine Graziano Tilatti ha commentato i numeri di questa sorprendente fioritura di imprese, nonostante il vento contrario soffiasse forte.
«Queste 700 persone hanno sfidato il virus, ma anche la burocrazia e il generale senso di sfiducia che ultimamente accompagna l’imprenditorialità - ha aggiunto Tilatti - . A loro diamo il benvenuto, gli auguriamo buon lavoro, certi che se hanno saputo aprire bottega di questi tempi hanno tutte le carte in regola per vincere la scommessa».
Il dato relativo alle iscrizioni, ma anche il saldo, timidamente positivo, per il leader di Confartigianato Udine è la dimostrazione di come «nei momenti di difficoltà vengono fuori le qualità migliori, la disponibilità a mettersi in gioco degli imprenditori, che sono motore di ricchezza, sviluppo e solidarietà. A loro dico una volta ancora grazie per l’impegno che ci mettono. Oggi più che mai danno una speranza a questo Paese».
Tra i nuovi artigiani-imprenditori c’è chi ha deciso di dare una svolta alla propria vita professionale, cambiando radicalmente settore. O chi punta a sviluppare nuovi progetti, supportato dalle tecnologie, chi pensa alla ricerca di materiali, chi dedica energie e passione a una grande attenzione per i particolari. —
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