Il macello verso la chiusura Lite tra norcini e Comune

Il 30 giugno scade il contratto di gestione della struttura: la coop annuncia lo stop «Non stiamo più in piedi, dalla giunta solo promesse». A rischio sei posti di lavoro
CORMÒNS. Scoppia il caso-macello a Cormòns. La cooperativa di norcini che dal 2008 opera nella struttura di proprietà comunale sita in zona industriale infatti annuncia come alla scadenza del contratto di gestione dello stabile prevista – con proroga di un mese rispetto all’originale termine del 31 maggio – per il 30 giugno prossimo, cesserà in ogni caso l’attività: sei i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro se non ci saranno novità in queste settimane.

Motivo alla base della decisione della società è la non sostenibilità economica della cooperativa stessa: «Non stiamo semplicemente in piedi, tra costi esorbitanti ed entrate limitate a causa dell’assenza di un’area lavorazione e vendita dei salumi che nascono dalla macellazione dei suini abbattuti nella nostra struttura – conferma Renato Toros, rappresentante della cooperativa di norcini – abbiamo entrate annue di circa 92 mila euro, ma costi che si aggirano attorno ai 115 mila euro. In tutti questi anni abbiamo tenuto duro sperando che le promesse di creazione di una struttura dedicata alla lavorazione dei suini diventasse realtà, ma non è stato così. Non ci fidiamo più della politica: e pensare che nel 2008 abbiamo messo di tasca nostra 27 mila euro, poi mai rimborsati dal Comune, per realizzare opere fondamentali con cui poter aprire la struttura entro i termini previsti, altrimenti il Comune avrebbe perso il finanziamento di 176 mila messo a disposizione dalla Camera di Commercio». «L’asta per l’acquisizione del macello? Non ci interessa: oltre ai 141 mila euro necessari per acquistare l’immobile – prosegue – servirebbe investire altri 200 mila euro per costruire appunto una nuova struttura per poter lavorare e vendere il macellato. Sono cifre che non possiamo permetterci». E mentre l’immobile è alla sua quarta battuta d’asta (scadenza appunto il 30 giugno prossimo, poi si procederà a trattativa privata) la versione data dall’amministrazione comunale sulla questione è ben differente: «Innanzitutto ribadiamo come sull’annosa richiesta di 27 mila euro Toros sa benissimo che sono stati lavori mai concordati con il Comune – ribatte il sindaco Luciano Patat –: all’epoca vennero realizzati senza alcun ok da parte degli uffici, e dunque non potevano essere rimborsati, perché la legge non lo prevede. Ciononostante, abbiamo dato ai norcini oltre ai 50 mila euro come da contratto iniziale, ulteriori 40 mila euro a copertura di lavori quelli sì concordati e da loro effettuati. Quanto a presunte promesse di realizzare una struttura per la lavorazione dei suini macellati: non c’è alcuna nostra delibera che abbia mai detto questo. Si deve parlare attraverso atti ufficiali, e non ce ne sono di tali da parte del Comune, che invece ha fatto quanto era nelle sue possibilità per agevolare l’operato della cooperativa».

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