Il medico a casa tua con una app Visita con stetoscopio bluetooth

L’idea è di un giovane pneumologo: «Nel reparto Covid mi ha salvato». Al via la sperimentazione



Il medico a casa tua con una app. Una manna ai tempi del Covid-19, per ottenere un consulto rapido da uno specialista senza spostarsi dalla propria abitazione. L’applicazione si chiama “Domus doc”, si può scaricare gratis sul cellulare e consente di collegare il proprio smartphone via bluetooth a un fonendoscopio digitale. Nasce da un’idea di un giovane pneumologo di Este, Carlo Barbetta, 36 anni, che ha lavorato al Santa Maria degli Angeli di Pordenone e ora è in servizio al Covid hospital di Jesolo (Ulss 4). Barbetta ha sviluppato il progetto con l’azienda Dot tech srl di Gallarate, la app è distribuita da Next20Med srl.

A Pordenone la sperimentazione partirà con venti medici di base. A ciascuno di loro sono stati forniti due fonendoscopi bluetooth. Hanno creduto nell’idea il segretario provinciale della Federazione dei medici di medicina generale Fernando Agrusti, e il presidente dell’ordine dei medici Guido Lucchini. A finanziare il progetto è un grant di Astrazeneca. L’iniziativa si inserisce nell’innovativo contesto di telemedicina sulla quale sta puntando la stessa Regione Fvg, con la distribuzione dei tablet ai medici di base per la misurazione dei parametri vitali.

Lo stetoscopio offre al medico una miniera di informazioni sull’evoluzione del quadro clinico: si possono auscultare i polmoni, il cuore, l’addome. Grazie alla app non è necessario farsi visitare di persona, ma si può effettuare una visita teleguidata a casa propria, inviando poi le tracce audiometriche delle auscultazioni allo specialista. In tal modo si riducono, in piena pandemia, i rischi per medici e pazienti all’esposizione del virus. Il fonendoscopio viene portato a casa del paziente, il quale viene guidato dalla app nell’utilizzo dello strumento. Per ogni traccia audio viene indicata la localizzazione dello stetoscopio su una mappa del torace. Dopo aver ascoltato gli audio, lo specialista può calibrare la terapia da remoto o integrare la visita con una videochiamata. Barbetta ha cominciato a pensare al progetto prima che esplodesse la pandemia, per venire incontro alle esigenze dei pazienti cronici con asma grave, che necessitavano di visite frequenti e abitavano fuori provincia. «Al Covid hospital mi ha salvato» ha ricordato Barbetta: con lo stetoscopio digitale, il cellulare in tasca e gli auricolari sotto la tuta protetiva ha potuto auscultare i pazienti senza rischi di contagio.

«Il primo da ringraziare è il dottor Barbetta, direttore scientifico di questa iniziativa», ha sottolineato Agrusti, in prima linea sui progetti di telemedicina, «sempre più importante in periodo di pandemia per captare da remoto i segnali di peggioramento nei pazienti». Agrusti ha osservato che il dispositivo potrebbe avere ricadute molto positive in vari campi, poiché consente di effettuare un esame toracico obiettivo a distanza e che si potrebbe integrare, senza sovrapporsi, al progetto regionale di telemedicina . —



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